Un’Agave in piena fioritura in provincia di Brescia: un evento non unico ma molto raro. Le spettacolari foto

Fiore di Agave di Helga e Francesco

Non è un caso unico, ma è senza dubbio un caso raro. Una grande Agave coltivata in piena terra in Pianura Padana è arrivata alla piena maturità e ha portato a compimento la sua unica fioritura (l’Agave fiorisce al termine del ciclo vitale, ma lascia alla base i suoi polloni). Se questo evento è abituale in regioni come la Liguria e un po’ in tutto il Sud del Paese, è certamente molto raro al Nord Italia. In particolare a Brescia e non sul lago di Garda, dove moltissime Agavi vivono in piena terra. No, in un paese del bresciano che non affaccia sul lago. E’ qui che nei mesi scorsi si è compiuto questo piccolo “miracolo” della natura, di fronte all’abitazione di due appassionati di cactus e piante grasse, Helga Colalè e Francesco Soldi.

Helga e Francesco sono amici di vecchia data, due persone meravigliose con una grande passione per le succulente e hanno potuto assistere giorno per giorno alla spettacolare fioritura di una delle due grandi Agavi che nel lontano 2012 hanno piantato in piena terra nel giardino di fronte alla loro abitazione. Ho visto più volte di persona queste due meravigliose piante – due Agavi americane – e a distanza di anni ho potuto apprezzare l’incredibile crescita di queste succulente, che Francesco e Helga hanno messo a dimora con tutti i crismi e hanno accudito per tanti anni.

Proprio nei mesi scorsi, Helga mi ha contattato per mostrarmi le prime foto della fioritura dell’Agave di sinistra e mi ha proposto di scrivere un articolo per Il fiore tra le spine. Ovviamente, ho accettato subito perché Helga e Francesco sono due cari amici e perché l’evento è davvero particolare e dimostra come anche in regioni del Nord sia possibile portare a completa fioritura un’Agave in piena terra, esposta e tutte le intemperie e agli umidi inverni della Lombardia.

L’articolo che segue è a firma di Helga e Francesco e tratta in dettaglio la lunga storia dell’Agave, con accenni alla mitologia ad essa legata, e la storia della pianta fiorita nelle scorse settimane. Le splendide foto nella gallery a corredo dell’articolo testimoniano il percorso verso la fioritura, che si è sviluppata lungo uno stelo che ha raggiunto quasi otto metri di altezza. Alcuni scatti sono di Laura Gatta.

di Helga Colalè e Francesco Soldi

Nel linguaggio dei fiori e delle piante il fusto contenente i fiori dell’agave simboleggia la sicurezza. Il significato di eternità e sicurezza prese vita nel corso dell’800 e fu legato al fatto che questa pianta, data la sua maestosità, non porta alla mente nessuna immagine di distruzione o morte. L’agave ha, però, un altro significato, dovuto alla particolarità di fiorire una sola volta prima di morire; rappresenta infatti un amore talmente grande che può arrivare alla distruzione.

La lunga storia dell’Agave

Agave nel luglio del 2013
L’Agave di Helga e Francesco nel luglio del 2013

Le piante di Agave furono scoperte sul finire del lontano 1400 da Cristoforo Colombo nelle isole Caraibiche. Esse furono portate in Europa, per la prima volta, soltanto dopo la conquista del Messico nella seconda decade del 1500 ad opera di Hernán Cortés, che in nome di re Carlo I di Spagna, conquistò quei territori annettendoli all’impero spagnolo. Inizialmente, quella particolare pianta venne definita dagli europei, “aloe americana” per la grande somiglianza con l’aloe proveniente dall’Africa e già ampiamente conosciuta.

Nel 1753 il medico, botanico e naturalista svedese Linneo, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, le attribuì il nome Agave. Il termine Agave deriva dal greco e significa “illustre” “nobile” “meraviglioso”. Il perché abbia scelto proprio questo nome, non è dato saperlo, possiamo immaginare che sia stato ispirato dal portamento e dalla bellezza della pianta ma potremmo anche immaginare che il motivo risieda in una sorta di parallelismo tra la storia originale della pianta nella sua terra di provenienza e la mitologia greca.

Quando Cortés e gli spagnoli arrivarono in Messico, l’Agave era una pianta molto diffusa e molto utilizzata dai popoli nativi per il loro sostentamento quotidiano. Essa aveva già dei nomi come metl, mexcatl, maguey, ancora usato nel Messico centrale. Intorno all’origine dell’Agave c’è una leggenda dalle molteplici versioni che racconta una tragica storia.

Le leggende legate alla pianta di Agave

Agave nel settembre 2015
Le Agavi di Helga e Francesco nel settembre del 2015

Si narra che il dio primordiale Ehécatl-Quetzalcóatl, detto anche serpente piumato, creatore della Terra e dell’uomo, volle fare dono alle sue creature del sentimento dell’amore che avrebbe portato loro gioia e risvegliato i loro spiriti. Per fare questo dovette chiedere aiuto a una bellissima Dea di nome Mayahuel, la quale era in possesso di una pianta magica in grado di risvegliare i cuori e le menti degli umani.

Mayahuel viveva in un posto tra il sole e le acque chiamato Ilhuicacitlalco, territorio delle stelle femminili, belle e giovani, che si manifestavano solo fuori e di notte e che erano sotto il comando della temibile Tzitzímitl. Quest’ultima era un demone celeste il cui scopo era impedire al sole di sorgere ogni giorno.
Tzitzímitl era la custode di Mayahuel e non le avrebbe mai permesso di uscire dal recinto entro cui era prigioniera.

Un giorno Quetzalcóatl, nella sua forma di spirito del vento, arrivò leggero come una brezza da Mayahuel convincendola a seguirlo sulla Terra. I due ben presto si innamorarono ma temendo l’ira di Tzitzímitl, si trasformarono in un albero formato da due rami. Uno era il Prezioso Salice, Quetzalhuéxotl, ed era il ramo del Dio del Vento; mentre l’altro era un il ramo Fiorito, Xochicuáhuitl ed era quello di Mayahuel. I due rami si intrecciarono in un’unione divina con l’intenzione di restare così per sempre.

La terribile vendetta di Tzitzímitl non si fece però attendere e con al seguito le sue Tzitzimime, scese sulla Terra alla ricerca della giovane.
Non appena vide il ramo dell’albero in fiore, Xochicuáhuitl, Tzitzímitl riconobbe immediatamente la giovane donna, si precipitò verso di lei e dilaniò il suo corpo dandolo in pasto alle Tzitzimime.

Dopo la terribile punizione, i demoni risalirono al cielo senza toccare il Prezioso Salice, Quetzalhuéxotl. A quel punto, il Dio del Vento si staccò dal suo ramo e andò alla ricerca dei resti della sua amata. Prese quei resti che erano già ossa e non più legno e si preparò a seppellirli e il suo pianto disperato e inarrestabile inzuppò la Terra.

La giovane Mayahuel non era però destinata a diventare polvere e dopo qualche tempo, nel luogo in cui riposavano le sue spoglie, nacque una bellissima pianta.
Alla fine il Dio del Vento riuscì a riportare in vita la bellissima Mayahuel.
Le piccole ossa di mani e piedi divennero radici, il cuore divenne la pigna centrale, e le costole divennero foglie robuste contornate di spine a proteggere il cuore della pianta. Un cuore che aveva assorbito le lacrime del dio Ehécatl, e che si sono trasformate in un liquido preziosissimo capace di placare tormenti e sofferenze, l’idromele.

Questo liquido alcolico definito pulque veniva ampiamente utilizzato dagli aztechi nei loro rituali religiosi che avvenivano secondo il loro calendario e che prevedevano i sacrifici umani.
Forse la dea Mayahuel facendo loro dono del pulque li aiutò a meglio sopportare lo scempio e gli eccessi che si perpetravano in quelle occasioni.

L’agave o maguey forniva loro anche cibo (idromele, miele, aceto), vestiti (coperte e corde, aghi e filo per cucire) e utensili (ciotole, contenitori, tronchi, piastrelle ecc.), nonché carta per i codici.

L’Agave nella mitologia greca

Agavi sotto la neve
Le Agavi di Helga e Francesco sotto la neve

Nella mitologia greca, Agave era una donna di nobili e divine origini. Figlia di Cadmo re di Tebe e di Armonia, a sua volta figlia di Ares, dio della guerra e Afrodite, dea della bellezza. Agave ebbe numerosi fratelli e sorelle tra cui Semele, dalla cui relazione con Zeus nacque Dioniso il re dell’ebbrezza, dell’estasi, della liberazione dei sensi. Dioniso, prima di ascendere all’olimpo, peregrinò per la Terra.

Al suo seguito c’erano le Baccanti e i Satiri che non si separavano mai da lui. Mentre i Satiri erano i suoi guardiani, le Baccanti o Menadi, di cui Agave faceva parte, erano le sue sacerdotesse. Queste donne si abbandonavano completamente alla volontà del dio, in uno stato di perenne delirio mistico totalmente estraniate dalla realtà.
Raffigurate solitamente nude, o coperte solo con pelli di daino, portavano una corona d’edera e tra le mani stringevano un bastone di legno definito tirso.

Divennero celebri per i cosiddetti Baccanali, ossia le feste in onore di Dioniso celebrate in varie città della Grecia. Durante queste feste, ogni freno inibitorio veniva abbandonato, gli istinti venivano liberati, la normale decenza dimenticata. La cerimonia del culto raggiungeva il suo apice con il pasto rituale durante il quale le Baccanti, nel tentativo di assimilare il Dio, dilaniavano e divoravano vivo un animale.

Agave aveva un figlio di nome Penteo che prese il posto del nonno Cadmo alla guida di Tebe. Quando Dioniso volle entrare a Tebe per stabilire il suo culto e con esso anche le pratiche orgiastiche attorno a cui questo ruotava, incontrò la ferma e decisa opposizione di Penteo, contrario a tutto ciò.
La vendetta del Dio non si fece attendere, indusse Penteo alla follia costringendolo ad assumere le vesti di una Baccante e a prendere parte ad un Baccanale. Agave e le altre sacerdotesse lo scambiarono per un animale e seguendo le regole del rituale lo catturarono e lo fecero a pezzi.

Questo è ciò che racconta il greco Euripide, nell’omonima tragedia del 406 a. C.
Anche nella mitologia greca quindi, Agave è un personaggio segnato da una storia triste e tragica. Un amore così grande e assoluto da portare all’autodistruzione, è questo il fil rouge che lega Agave a Mayahuel ed è questa la ragione per la quale, forse, Linneo ha così battezzato questa spettacolare pianta grassa.

Le nostre Agavi Americane

Il fiore dell'Agave nel primo mese
L’Agave di Helga e Francesco con lo stelo floreale durante il primo mese

Due piante acquistate nel 2012 in vaso da 35cm altezza poco più di 1 mt.
Messe in terra nel maggio 2013 e riposizionate nel 2014 con un terreno più drenato. Cresciute sotto le intemperie raggiungendo dimensioni notevoli in tempi relativamente brevi. Considerando che sono da 12 anni in terra e che la fioritura avviene intorno ai 20 anni di vita, probabilmente quando le abbiamo acquistate avevano 7 anni ma in vaso non avevano potuto crescere liberamente.
Ad Aprile 2025 l’agave di sinistra, guardando la casa, ha iniziato la fioritura.

Agave (Primo Levi)

Non sono utile né bella,

non ho colori lieti né profumi;

le mie radici rodono il cemento,

e le mie foglie, marginate di spine,

mi fanno guardia, acute come spade.
Sono muta.

Parlo solo il mio linguaggio di pianta,
difficile a capire per te uomo.

È un linguaggio desueto,

esotico, poiché vengo di lontano,

da un paese crudele

pieno di vento, veleni e vulcani.

Ho aspettato molti anni prima di esprimere
questo mio fiore altissimo e disperato,
brutto, legnoso, rigido, ma teso al cielo.

È il nostro modo di gridare che

morrò domani. Mi hai capito adesso?

(10 settembre 1983 da “Ad ora incerta”, Garzanti, 1984)

La gallery fotografica

Nelle foto raccolte in questa gallery, potete osservare lo sviluppo del fiore dell’Agave di Helga e Francesco. Le immagini sono state scattate dall’inizio della fioritura, ossia dall’aprile del 2025, fino al completamento dello sviluppo dello stelo floreale, alla fine del mese di luglio.

Cliccare per ingrandire le immagini.

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