Quanto conta la terra nella coltivazione dei cactus? Dopo 3 anni i risultati di un test su sei Mammillaria

Anche in questo caso, così come in quello del test sugli Echinocactus texensis (trovate il resoconto a questo link) il risultato mi ha stupito e la terra, o meglio il substrato “sperimentale” ha avuto la meglio. E ancora una volta i risultati meno soddisfacenti arrivano dal terriccio “tradizionale”, a ulteriore conferma che con i cactus la sperimentazione – in particolare sui terricci – ha molto da insegnare e quasi sempre restituisce risultati difficilmente prevedibili. Oggetto di questo esperimento che ho avviato tre anni fa sono sei Mammillaria hahniana. Piante comuni ma molto belle, che hanno trascorso questi ultimi tre anni in tre tipologie di substrato molto diverse tra di loro. Le piante, come sempre in questi esperimenti, arrivavano da una identica semina e partivano, in sostanza, “alla pari”. Col tempo gli effetti dei diversi substrati sulla crescita delle piante si sono manifestati e oggi la comparazione rende subito l’idea di quale terriccio abbia lavorato meglio.

Vediamo in dettaglio in cosa è consistito l’esperimento e soprattutto vediamo come si presentavano le piante tre anni fa e oggi (…)

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Cactus identici in diversi substrati: risultati straordinari di un mio test e la sorpresa del gesso naturale

A chi si domanda fino a che punto il substrato influisca sulla crescita delle cactacee; a chi si chiede se il gesso naturale (detto anche gesso agricolo) può essere utile nella formazione di spine robuste, tornerà senz’altro utile questo articolo. Articolo che altro non è se non l’aggiornamento di un piccolo esperimento – uno dei tanti che faccio con le mie piante – che ho iniziato nel luglio del 2020 e che ha dato esiti sorprendenti, stupendo me per primo. Sì, perché sebbene il campione di prova sia limitato (in tutto sei piante) e i risultati siano pertanto da considerare indicativi e tutt’altro che assoluti, devo confessare che non mi attendevo un simile riscontro a poco più di due anni e mezzo dall’avvio di questo test. Che i substrati possano letteralmente fare la differenza nella crescita delle cactacee è noto e che il gesso naturale (quantomeno con alcune specie) sia un elemento eccezionale è risaputo, ma è con la prova diretta, con il metodo sperimentale che possiamo realmente apprezzare l’incidenza del terriccio nella crescita delle nostre succulente.

In questo articolo entriamo dunque nel dettaglio dell’esperimento e vediamo a distanza di oltre due anni e mezzo i risultati, a mio avviso notevoli, che ho ottenuto. (…)

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La forza della Natura: storia di una mia Opuntia in piena terra, morta e… rinata

Da un esperimento fallimentare a una bella sorpresa. Ecco cosa ho scoperto nei giorni scorsi all’esterno della mia serra, in una zona dove passo raramente: una pala di Opuntia spuntata tra la vegetazione spontanea ormai secca. Il Nord Italia non è certamente la zona ideale per la coltivazione di piante succulente all’esterno, a causa soprattutto degli inverni freddi, umidi e piovosi. Tuttavia, diverse succulente possono adattarsi e sopravvivere anche qui in Pianura Padana, come le Agavi e alcune Opuntia. E’ per questo che un paio di anni fa ho voluto fare un esperimento di coltivazione (uno dei tanti che faccio regolarmente), collocando in piena terra, accanto alla mia serra, una pala ben radicata di Opuntia (credo si tratti della specie ficus-indica).

Tempo un anno e a metà del primo inverno la pianta è marcita. Ha cominciato con un ingiallimento lungo i bordi, proseguito con l’annerimento della parte apicale e con l’espansione del marciume fino alla base. In primavera, preso atto del fallimento, non ho fatto altro che tagliare di netto la pala marcita al livello del terreno, per poi ricoprire tutto con normale terra di campo. 

Qualche giorno fa, con mia sorpresa, ho scoperto che la pianta non era affatto morta. Anzi, con la tenacia e l’attaccamento alla vita che è proprio delle cactacee, l’Opuntia è rinata e ha dato vita a un nuovo “articolo” (le cosiddette “pale”), che immagino essere temprato e pronto ad affrontare il nuovo inverno con più chances della pala originaria.

Ma andiamo per ordine e raccontiamo la storia dall’inizio…

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Dopo un anno di coltivazione, i primi risultati del test su sei Mammillaria in tre terricci diversi

La vera incognita è rappresentata dalle due Mammillaria nel mix inedito, molto ricco dal punto di vista organico. Vedremo col tempo come sarà influenzata la loro crescita da questo substrato. Con questa considerazione, esattamente un anno fa, ho concluso il mio articolo su uno degli esperimenti che di tanto in tanto faccio su cactus e succulente. Nel caso specifico si trattava di un test con tre diversi substrati, di fatto tre tipi di “terra”, nei quali ho rinvasato sei Mammillaria hahniana ottenute da un’unica semina.

Dopo il primo anno di coltivazione, ecco come sta andando l’esperimento ed ecco alcune prime considerazioni. (…)

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Cactus in piena terra in Pianura Padana, con freddo e pioggia: un esperimento di coltivazione

La grande resistenza dei cactus alla siccità, la loro capacità di tollerare il sole intenso, la rusticità di alcune specie in grado di sopportare le basse temperature sono note. Altrettanto note sono la sensibilità di queste piante all’umidità ambientale persistente e ai terricci poco drenanti e che restano bagnati a lungo, in particolare in inverno, quando la maggior parte delle specie sospendono la vegetazione e vanno in stasi.

E’ per queste ragioni che se da una parte è cosa normale coltivare cactacee in piena terra in alcune regioni del Sud Italia o in Paesi europei a clima mite come Spagna e Grecia o direttamente negli stati di origine delle cactacee (Stati Uniti e Messico ad esempio), è invece del tutto inusuale coltivare succulente all’aperto, en plein air, negli stati centrali o settentrionali dell’Europa, o nelle regioni settentrionali italiane… Pianura Padana compresa, caratterizzata da inverni freddi e umidi a causa della nebbia (sebbene negli ultimi anni sia la nebbia che il freddo si siano ridotti anche in questa zona).

In queste aree geografiche, da ottobre a marzo è necessario riparare la maggior parte delle cactacee in serre, verande, garage, sottoscala, dove le minime non scendono sotto lo zero, e sospendere le annaffiature. La sola idea di lasciare all’aperto i cactus, esposti alle intemperie, era considerata fino a qualche anno fa folle. Figurarsi piantare cactus in piena terra in Lombardia, nel cuore della Pianura Padana: roba da matti.

E questo è esattamente quello che ho fatto e che ho documentato anche fotograficamente nell’articolo che segue. (…)

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