Cactus e succulente in pieno sole: come abituare le piante e quali resistono meglio

Con la bella stagione le piante grasse, si tratti di succulente o di cactus, vogliono molta luce, in alcuni casi anche sole diretto. Attenzione però, l’esposizione, dopo mesi durante i quali l’incidenza dei raggi solari è stata bassa o dopo aver tenuto le piante in ambienti poco luminosi per il ricovero invernale, deve essere graduale. Come fare dunque per riabituare le piante grasse alla luce intensa o al sole diretto? E soprattutto, quali piante richiedono molta luce, quali richiedono luce schermata e quali possono stare al sole diretto, senza alcuna ombreggiatura? Il rischio, esponendo le piante in modo non graduale o esponendo al sole le piante “sbagliate” (ossia quelle che necessitano di luce filtrata) è quello di scottare l’epidermide del fusto, rovinare le piante stesse e, nel peggiore dei casi (come per le piante giovani) farle addirittura morire.

In questo articolo vediamo allora come comportarsi con cactacee e succulente, come riabituarle al sole e quali collocare in piena luce. (…)

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Ecco la primavera, cosa fare con cactus e piante grasse? Tutte fuori o meglio aspettare?

La primavera, la cosiddetta bella stagione, è ormai cominciata: cosa fare con cactus e piante grasse? Portare all’esterno le piante tenute al coperto durante l’inverno? Togliere le coperture o gli strati di tessuto non tessuto? Riprendere ad annaffiare? Fertilizzare le piante? 

La primavera è la stagione della ripresa per tutte le piante e le succulente non fanno eccezione. Moltissime specie sono già in piena fioritura, come gli Stenocactus, gli Strombocactus, molti Turbinicarpus e diverse Mammillaria. Attenzione, però, tra la fioritura e la ripresa vegetativa c’è differenza: una pianta può fiorire anche se non ha ripreso in pieno a vegetare. Semplicemente, il suo periodo di fioritura è questo e la pianta lo rispetta anche se sta ancora uscendo dallo stato di “dormienza” invernale. Per quanto riguarda le temperature, ovviamente c’è grande differenza in base alla zona in cui si coltiva, quindi in alcune regioni del Sud le minime notturne possono già essere superiori a 10 gradi, mentre al Nord abbiamo ancora valori relativamente bassi, attorno a 2 o 3 gradi. Questo fattore è fondamentale per capire se possiamo spostare le nostre piante all’esterno o meno. Altrettanto importante è il momento della ripresa della annaffiature. In questi giorni si può cominciare a bagnare cactus e succulente o è meglio attendere ancora un po’? Infine: con l’inizio della bella stagione è necessario effettuare alcuni trattamenti con prodotti fitosanitari o si può evitare questa pratica?

Vediamo tutto in dettaglio nell’articolo che segue, così da muoverci correttamente ed evitare problemi o marciumi ai danni delle piante. (…)

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I cactus e l’innesto: quando si può innestare una pianta grassa e qual è la corretta procedura

Nei cactus così come in moltissime altre famiglie botaniche, l’innesto è una pratica comune, solitamente adottata per coltivare più facilmente piante delicate e per velocizzare i ritmi di crescita delle piante stesse. Consiste, in estrema sintesi, nell’unire una pianta delicata con una pianta robusta, che fornirà alla prima il nutrimento e ne incoraggerà la crescita.

Chi segue questo sito sa bene che la “filosofia” alla base della coltivazione di cactus e succulente da me adottata è improntata a ottenere piante il più possibile simili a quelle in habitat. Il mio approccio alla coltivazione è in sostanza semplice e spartano e si ispira al metodo di coltivazione detto “wild”, che ha per l’appunto come scopo quello di ottenere cactus dall’aspetto naturale, vissuto e, nel complesso, per quanto possibile simile a quello che le piante hanno in natura. E’ per questa ragione che non è mia abitudine praticare l’innesto dei cactus, che può certamente essere una tecnica utile in molti casi ma che non porta, dal punto di vista estetico a ottenere esemplari simili a quelli che crescono nel loro habitat. Questo non solo per il fatto stesso che una pianta cresce innestata su un’altra, ma anche per il fatto che le piante innestate tendono col tempo ad assumere connotati molto diversi da quelli delle piante coltivate in modo naturale. Le piante innestate possono infatti avere fusti molto più gonfi, talvolta deformi rispetto alla norma e anche le spine possono crescere in modo differente.

Considerato tuttavia l’alto numero di coltivatori che praticano l’innesto (utile peraltro a velocizzare la crescita dei cactus e a farli fiorire così da poterli impollinare per avere semi con cui riprodurli) o che non disdegnano la coltivazione di piante innestate e considerate molte domande che mi sono arrivate nel tempo via mail, ecco, per completezza, un articolo che tratta di questa pratica e spiega come innestare i cactus (…)

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I cactus, la primavera che non arriva e la pioggia che non dà tregua: dobbiamo preoccuparci?

Una primavera che stenta ad affermarsi, temperature che oscillano in continuazione con giornate soleggiate e molto calde e giornate uggiose col termometro in picchiata. Soprattutto, pioggia fitta quasi tutti i giorni da almeno una settimana, quantomeno qui al Nord. Molti, tra noi, hanno già trasferito le loro cactacee e succulente all’esterno, o hanno tolto le protezioni invernali (tessuto non tessuto o teli trasparenti). In tanti si preoccupano, alcuni corrono ai ripari riportando le piante al coperto, altri sono indecisi sul da farsi… E’ davvero il caso di preoccuparsi per la combinazione tra basse temperature e pioggia insistente?

Ecco in questo articolo qualche riflessione e la risposta alla domanda che in tanti mi state ponendo in questi giorni, come sempre sulla base di quello che ho imparato in anni di coltivazione (…).

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Piante in vegetazione con fiori e spine: quando possiamo riprendere ad annaffiare?

Quando si può cominciare ad annaffiare i cactus e le piante grasse? Da quale momento si può riprendere a dare acqua dopo il periodo di stasi invernale? Queste domande sono tra le più comuni tra gli appassionati di piante succulente e generalmente si pensa che con i primi caldi, con il primo innalzamento delle temperature si debba riprendere ad irrigare i cactus. Il tema è molto delicato perché un errore in questa fase, ossia nel periodo di transizione tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, può essere letale per le succulente.

Con l’allungarsi delle giornate in prossimità dell’arrivo della primavera, le cactacee escono dalla stasi e riprendono la vegetazione. Ce ne accorgiamo dalla produzione di nuove spine, anzitutto: è sufficiente osservare con attenzione l’apice delle piante per vedere i nuovi aculei spuntare dalle areole. I fusti possono ancora essere sgonfi a seguito dei mesi di asciutta invernale, ma le piante “sentono” l’arrivo della bella stagione – soprattutto dal lieve aumento delle temperature e dall’allungarsi del fotoperiodo – e, anche senza aver ricevuto acqua, escono dallo stato di dormienza. Moltissime cactacee, tra febbraio e marzo, danno il via alle fioriture. Tra i generi più precoci, i Turbinicarpus, gli Strombocactus, molte specie di Mammillaria, gli Ancistrocactus e gli Stenocactus, che in queste settimane si riempiono di boccioli. Le nuove spine sono invece evidenti in alcune specie di Echinocactus (soprattutto E. texensis ed E. parryi), Ferocactus e Neoporteria (=Eriosyce). Attenzione, però: se la ripresa della vegetazione è evidente e le fioriture sono in molti casi già in corso, non è detto che si debba cominciare con le annaffiature. Molti coltivatori, infatti, sulla base di questi segnali sono indotti a pensare che sia il momento di riprendere ad irrigare le cactacee. Molto spesso questa “fretta” si rivela disastrosa, perché se è vero che le piante stanno tornando in vegetazione, è altrettanto vero che l’apparato radicale può non essere ancora attivo. In queste condizioni, bagnare il substrato quando le temperature non si sono ancora assestate e permangono minime notturne non superiori a 4-5 gradi può innescare il marciume. 

Vediamo allora quando è opportuno riprendere le irrigazioni dei cactus e delle piante grasse e cosa fare in previsione dell’arrivo della primavera. (…)

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