La semina dei cactus: come preparare le piante al primo inverno e il “trucco” per aiutarle nei primi mesi

Per qualsiasi appassionato di piante, si tratti di succulente o meno, la semina rappresenta un punto d’arrivo estremamente importante. Un punto d’arrivo che, in molti casi, si tramuta ben presto in punto di partenza che accompagna l’appassionato per buona parte della vita. E’ innegabile che non vi sia paragone tra una pianta acquistata e una che abbiamo visto nascere, crescere e svilupparsi da un minuscolo seme, a maggior ragione se abbiamo raccolto quel seme da una delle nostre piante. E’ un po’ questa la “magia” della semina: chiudere un cerchio nato da un fiore con un altro fiore, quello prodotto dalla pianta originata da quel primo seme che abbiamo saputo far germinare, divenire pianta e condurre alla piena maturità. E tutto questo senza entrare nel dettaglio delle soddisfazioni che si ottengono cercando di selezionare specie particolarmente interessanti, dai fiori di colori unici fino a spine o forme del fusto peculiari o quasi uniche. Riguardo alla procedura di semina di cactus e succulente molti coltivatori alle prime armi si “perdono” nel proverbiale bicchiere d’acqua proprio dopo la fase meno soggetta al nostro controllo, ossia la germinazione: non possiamo infatti obbligare un seme a germogliare, sebbene ci siano bune pratiche che favoriscono la nascita delle piante.

Per molti, tuttavia, le criticità cominciano dopo quel momento, vale a dire nei primi mesi di vita delle piante, mesi in effetti delicati perché i semenzali sono ancora deboli e facilmente soggetti a marciume o ad attacchi parassitari. E’ soprattutto a questi coltivatori che è rivolto l’articolo che segue, con un piccolo “trucco”, da intendersi come consiglio, su come… facilitare la vita ai semenzali e come far loro passare indenni il primo inverno. (…)

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Storia di un Echinocactus grusonii nato per perdere ma in piena vita per vincere (e alla grande)!

Buttereste via quell’esemplare di Echinocactus grusonii che vedete nella foto in alto? Ovvio che la risposta è no. Anzi, con spine così perfette sarebbe un delitto lasciar morire una pianta simile. E pensare che alcuni anni fa, quando quella pianta era ancora un semenzale di pochi mesi, ero sul punto di buttarla! No, non ero impazzito di colpo, semplicemente questa pianta, all’incirca nel 2015, era solo uno dei tanti semenzali di grusonii ottenuti con una mia semina particolarmente fortunata (ossia contraddistinta da un’alta germinazione). Quello che vedete in foto era l’unico semenzale nato da quella semina ad essere arrivato alla fase del primo ripicchettamento in condizioni pietose, al punto che, convinto che non avrebbe superato nemmeno il primo rinvaso, ero intenzionato a gettarlo insieme al terriccio da semina. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, quel semenzale malformato, poco sviluppato e dall’aria malaticcia è diventato esattamente come lo vedete nella foto che ho scattato pochi giorni fa.

Ecco, nell’articolo che segue, la storia di questa pianta, una pianta che ha saputo impartirmi un insegnamento importante: mai giudicare un libro dalla copertina. Nella vita così come quando si ha a che fare con la Natura. (…)

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Strane combinazioni della Natura: come ci è finito un onzuka nel vaso di un vecchio Thelocactus?

Quando si coltivano molte piante in uno spazio relativamente ristretto come può essere quello offerto da una serra (per quanto capiente), può capitare spesso di scoprire gradite sorprese nei vasi. I cactus i cui fiori sono stati impollinati naturalmente dagli insetti o i cactus autofertili, in grado di fare tutto da soli, producono frutti, che una volta secchi si spaccano lasciando cadere i semi direttamente sul terriccio alla base della pianta. E’ così che ci si può trovare con esemplari di una certa età contornati da semenzali o piantine di piccole dimensioni, in una sorta di riproposizione “in vaso” di ciò che avviene comunemente in natura. A dispetto di quello che si potrebbe pensare osservando le precise procedure necessarie per la riproduzione dei cactus, la semina spontanea è un fenomeno comune nelle cactacee e talvolta è in grado di regalare vere e proprie sorprese, come è capitato a me in questi giorni.

Ecco, nell’articolo che segue, un piccolo resoconto di quello che è successo. (…)

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Come si puliscono i frutti dei cactus e come si conservano i semi per riprodurre le nostre piante

Riprodurre i cactus partendo dai semi è uno dei migliori modi per conoscere a fondo queste piante. Attraverso la semina possiamo infatti osservare tutto il ciclo di vita della pianta, dalla nascita alla produzione del primo fiore, all’invecchiamento, alla morte. Senza scordare la grande soddisfazione che la nascita delle plantule è in grado di offrire a chi pratica la semina per la prima volta così come a chi la pratica ogni anno da decenni. Per non dire del primo fiore: arrivare a vedere che quella pianta che abbiamo fatto nascere da un piccolo seme, dopo due anni o dopo vent’anni a seconda della specie, apre finalmente il suo fiore… non ha prezzo, c’è poco da fare. Ma prima di arrivare a tutto questo – riguardo alla procedura di semina ricordate che in questo sito è presente un’intera sezione con almeno una quindicina di articoli dedicati a questo argomento, a questo link – occorre procurarsi i semi. Banale, scontato. Ma senza quelli non si va da nessuna parte. E due sono i modi per procurarsi i semi: acquistarli da rivenditori specializzati (ormai quasi esclusivamente online) oppure produrli con l’impollinazione manuale di proprie piante. Oppure… semplicemente raccogliere i frutti che le nostre piante hanno prodotto grazie a qualche insetto impollinatore, accettare il fatto che potrebbero essere state impollinate due piante non di identica specie (e che quindi avremo a che fare con dei nascituri ibridi), pulire i frutti, conservarli e seminarli alla volta della primavera.

In questo articolo e nel video correlato vediamo come pulire e preparare i semi per la conservazione in vista della futura semina. Ricordiamo sempre che i semi vanno conservati correttamente, pena il deterioramento degli stessi e il conseguente drastico calo di germinabilità. (…)

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La semina di cactus e succulente: cosa fare quando le prime piante sono nate

Bene, tra una goccia e l’altra di condensa all’interno del sacchetto riusciamo a scorgere qualche pallina verde. I semi hanno dato vita alle prime piantine, ai cosiddetti semenzali. E adesso? Come si procede con la semina di cactus e piante succulente dopo le prime germinazioni? Si aprono subito i sacchetti? Si tengono le plantule in piena luce? Si annaffiano regolarmente o si lascia asciugare il terriccio? Possiamo fertilizzare?

Vediamo, in questo articolo, cosa fare una volta avvenuta la germinazione dei semi di cactus e piante grasse, in altre parole come muoverci correttamente per aiutare le piante a crescere ed evitare di rendere vano il lavoro fatto con la semina. (…)

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