Il gesso agricolo nella coltivazione dei cactus: un alleato prezioso, soprattutto per alcune specie

Il gesso agricolo è utile come substrato per i cactus e per le piante grasse? Può essere usato in aggiunta al substrato? Con quali specie dà i migliori risultati? Il gesso agricolo è un ammendante molto impiegato in agricoltura. Nella coltivazione dei cactus può essere usato in bassi dosaggi come ammendante da aggiungere ai tradizionali terricci, ma con alcune specie può essere usato anche in quantitativi significativi. E’ il caso di quei cactus che in natura crescono su terreni gessosi e che quindi richiedono la presenza di questo materiale per una corretta crescita.

Per correttezza premetto che non ho particolari conoscenze di geologia o di agronomia, pertanto quanto riporto in questo articolo deriva dal cosiddetto “metodo sperimentale”. Uso il gesso agricolo da diversi anni. L’ho testato su cactus che in natura vivono in terreni gessosi – vedremo poi di quali specie si tratta – e, a titolo per l’appunto sperimentale l’ho usato come ammendante nel substrato di molte altre specie di cactus. Con alcune specie, in particolare, ho effettuato alcuni test comparando la crescita di piante da identica semina coltivate in terricci diversi, alcuni dei quali contenenti questo ammendante. In tutti questi test ho riscontrato esiti decisamente positivi, in alcuni casi sorprendenti. Questo non significa che il gesso vada bene per tutte le succulente, ma senza dubbio dimostra che con molte specie si tratta di un materiale ottimo, in grado di fornire alla pianta elementi utili e al tempo stesso “correggere” il substrato rendendolo migliore. Anche di questi test troverete i link nell’articolo che segue. Dunque, in estrema sintesi, il gesso agricolo (detto anche gesso naturale) è utile per la coltivazione dei cactus? La risposta in linea di massima è sì, ma molto dipende dalla specie e dal quantitativo di gesso che si aggiunge al  terriccio. Non ho mai provato, ad esempio, la coltivazione di un cactus in solo gesso perché credo che (fatta salva qualche specie) potrebbe compromettere lo sviluppo della pianta. Un’altra cosa fondamentale quando si parla di gesso è distinguere il cosiddetto gesso agricolo dal comune gesso reperibile in commercio e destinato ad esempio alla realizzazione di calchi o alla realizzazione dei comuni gessi per lavagna. Quest’ultimo non è consigliabile come ammendante: quello che interessa ai coltivatori di piante è esclusivamente il gesso agricolo, reperibile presso consorzi agrari o presso rivenditori specializzati in materiali e accessori per la coltivazione delle piante.

Nell’articolo che segue vediamo allora cosa si intende per gesso agricolo, come può essere usato, in quali dosaggi può essere miscelato al substrato per cactus e piante succulente e soprattutto con quali specie funziona egregiamente. (…)

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Cocciniglia: uno dei principali nemici dei cactus e delle piante grasse: come riconoscerla e combatterla

Così piccola eppure così insidiosa e difficile da eliminare. La cocciniglia, per un appassionato di cactus e piante grasse può rivelarsi un vero e proprio incubo contro il quale lottare a lungo. Se la cocciniglia può attaccare qualsiasi tipo di pianta, per quanto riguarda le succulente può essere definito uno dei principali nemici in assoluto. Prima o poi, qualsiasi appassionato di piante grasse dovrà fare i conti con questo insetto fitofago: ecco perché è importante saperlo riconoscere e sapere come comportarsi quando lo si incontra su qualche esemplare.

Ma come si riconosce la cocciniglia? Quali sono le tipologie di cocciniglia che possono attaccare cactus e piante grasse? Come combattere la cocciniglia una volta individuata su una nostra pianta? Sono ovviamente queste le domande principali che qualsiasi coltivatore e appassionato di piante succulente, prima o poi, dovrà porsi. Sì, perché purtroppo, per quanti sforzi possiamo fare per coltivare al meglio le nostre piante, questo parassita potrebbe fare la sua comparsa, dal momento che si tratta di uno dei principali nemici di cactus e succulente, della cui linfa si nutre annidandosi tra fusti, foglie e anche radici. Se l’attacco è contenuto sarà possibile eliminare questo parassita facilmente, ma se le piante vengono trascurate e si concede alla cocciniglia il tempo necessario a deporre le sue uova e a riprodursi, si avrà ben presto a che fare con una vera infestazione, che può mettere in serio pericolo le piante, danneggiandole fino a deturparle drasticamente e, nei casi più gravi, portandole al blocco della crescita e alla morte. I rimedi contro la cocciniglia esistono da decenni e possono essere naturali o chimici, ma a quanto pare negli ultimi anni è sempre più difficile riuscire a debellare del tutto questo parassita, che ha probabilmente sviluppato una notevole resistenza a moltissimi fitofarmaci in commercio. Ecco perché la prevenzione risulta fondamentale ed ecco perché è necessario saper riconoscere questo insetto e intervenire per tempo, eliminando sia gli esemplari adulti che le uova.

In questo articolo vediamo dunque quali tipologie di cocciniglia esistono, quali sono quelle che attaccano con maggiore frequenza i cactus e le piante succulente, come riconoscere questo pericoloso insetto e come intervenire per salvare le piante colpite. (…)

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I cactus e l’innesto: quando si può innestare una pianta grassa e qual è la corretta procedura

Nei cactus così come in moltissime altre famiglie botaniche, l’innesto è una pratica comune, solitamente adottata per coltivare più facilmente piante delicate e per velocizzare i ritmi di crescita delle piante stesse. Consiste, in estrema sintesi, nell’unire una pianta delicata con una pianta robusta, che fornirà alla prima il nutrimento e ne incoraggerà la crescita.

Chi segue questo sito sa bene che la “filosofia” alla base della coltivazione di cactus e succulente da me adottata è improntata a ottenere piante il più possibile simili a quelle in habitat. Il mio approccio alla coltivazione è in sostanza semplice e spartano e si ispira al metodo di coltivazione detto “wild”, che ha per l’appunto come scopo quello di ottenere cactus dall’aspetto naturale, vissuto e, nel complesso, per quanto possibile simile a quello che le piante hanno in natura. E’ per questa ragione che non è mia abitudine praticare l’innesto dei cactus, che può certamente essere una tecnica utile in molti casi ma che non porta, dal punto di vista estetico a ottenere esemplari simili a quelli che crescono nel loro habitat. Questo non solo per il fatto stesso che una pianta cresce innestata su un’altra, ma anche per il fatto che le piante innestate tendono col tempo ad assumere connotati molto diversi da quelli delle piante coltivate in modo naturale. Le piante innestate possono infatti avere fusti molto più gonfi, talvolta deformi rispetto alla norma e anche le spine possono crescere in modo differente.

Considerato tuttavia l’alto numero di coltivatori che praticano l’innesto (utile peraltro a velocizzare la crescita dei cactus e a farli fiorire così da poterli impollinare per avere semi con cui riprodurli) o che non disdegnano la coltivazione di piante innestate e considerate molte domande che mi sono arrivate nel tempo via mail, ecco, per completezza, un articolo che tratta di questa pratica e spiega come innestare i cactus (…)

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Piante grasse, una piccola guida per chi si avvicina a questo mondo: i generi più semplici da coltivare

Coltivare cactus e piante grasse è un’esperienza affascinante. Si tratta di piante assolutamente particolari e in grado di resistere alla siccità e a condizioni particolarmente difficili, alle quali non tutte le piante riescono ad adattarsi. Per chi si avvicina a questo mondo, però, può essere difficile scegliere la giusta pianta, dal momento che esistono cactus e succulente molto semplici da coltivare e altre più impegnative. Ecco allora una guida ai generi dai quali partire per accumulare esperienza.

Il mondo delle piante succulente è estremamente vasto. Ne consegue che le esigenze di coltivazione delle singole piante grasse possano variare notevolmente da famiglia a famiglia e da genere a genere. Con un esempio concreto, un cactus (pianta appartenente alla famiglia delle Cactaceae) ha esigenze di coltivazione estremamente diverse rispetto ad un Adenium obesum (pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Apocynaceae). Non diversamente, possono intercorrere grandi differenze di coltivazione all’interno di una stessa famiglia o tra diversi generi di una singola famiglia. Anche qui un esempio: un Ariocarpus (genere appartenente alle Cactaceae) richiede un regime di coltivazione, inteso come substrato, annaffiature, ecc. molto diverso rispetto ad un Echinopsis (genere appartenente sempre alle Cactaceae).

Senza troppo dilungarci nell’ampio campo della classificazione delle piante (qui, se volete, trovate un articolo dedicato a questo tema) e dando per assodato che con il termine “piante grasse” si fa riferimento tanto ai cactus quanto a moltissime altre famiglie botaniche succulente i cui esemplari hanno portamento e aspetto diversi da un qualsiasi cactus (qui trovate un articolo specifico), affrontiamo un argomento molto “sentito” tra i coltivatori alle prime armi. Anche il coltivatore che vanta una buona conoscenza di una data famiglia, tuttavia, può trovare utile l’articolo che segue, nel quale vengono consigliate le piante succulente (appartenenti a varie famiglie botaniche) meno esigenti, più robuste e semplici da coltivare e pertanto più indicate per chi si approccia solo ora al mondo delle piante grasse. (…)

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Piante grasse fuori tutto l’anno? Ecco quelle che resistono e la storia del mio Echinocereus “resuscitato”

Quali sono le temperature minime alle quali resistono i cactus e le piante grasse? A questa comune domanda non corrisponde una risposta univoca, perché ogni famiglia e ogni genere di succulenta ha le sue esigenze e ci sono piante grasse che tollerano il freddo intenso (anche alcuni gradi sotto lo zero) e altre che non sopravvivono a temperature inferiori a 15 gradi. 

In generale si può dire che moltissime piante grasse, si tratti di cactus o di altre famiglie succulente, tollerano bene il freddo. Non tutti i cactus e non tutte le succulente, naturalmente, ma molte specie possono svernare senza problemi anche all’aperto non solo nelle regioni del Sud Italia, ma anche al Nord. La storia dell’Echinocereus laui nella foto qui sopra racchiude un insegnamento molto importante sotto questo punto di vista. Fatta eccezione per le cactacee epifite (Schlumbergera, Epiphyllum, Rhipsalis, ecc.), per specie come Melocactus e Discocactus e per le piante grasse originarie del Madagascar o di alcune regioni africane (Adenium obesum, Uncarina, Aloe, molte Euphorbia e quasi tutte le Asclepiadaceae), parecchie succulente possono trascorrere i mesi invernali a temperature prossime a zero gradi, purché il terriccio resti asciutto almeno da ottobre a tutto marzo. Ci sono tuttavia alcune cactacee e alcune succulente in grado di stupirci e di superare indenni i rigori invernali, in alcuni casi anche in terriccio umido (dunque in parte esposte alle intemperie).

Tra queste, alcune specie di Echinocereus, come mi ha insegnato la pianta che vedete in foto e che avevo dato per morta, salvo poi rinascere proprio dopo due inverni trascorsi interamente all’aperto, esposto al freddo e all’umidità della Pianura Padana. In questo articolo ecco la storia di questa pianta e una breve panoramica sulle piante grasse che possiamo tenere all’aperto per tutto l’anno. (…)

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