Cambiamento climatico: un aprile mai visto. Che fare con le piante grasse? Scrivi la tua esperienza, confrontiamoci!

Cambiamento climatico, ogni anno una sorpresa. Questa, però, per il momento le batte tutte. Siamo a fine aprile e, oltre alla pioggia battente, qui al Nord Italia si registrano temperature massime non superiori agli 8-9 gradi, con minime attorno ai 2 gradi e delle medie mattutine che generalmente non salgono sopra i 5 gradi. E tutto questo ormai da giorni, dopo un accenno – breve in verità – di primavera, con giornate soleggiate e calde, tanto che i cactus e molte succulente hanno regolarmente fiorito o hanno mostrato i loro bocci. Adesso, il brusco ritorno di un clima tipicamente invernale. In una parola: un periodo assurdo. Eh sì, anche perché, sicuramente come molti di voi, sebbene in grande ritardo rispetto agli anni passati (proprio per le bizze del tempo), una decina di giorni fa ho trasferito molti miei cactus all’esterno della serra, esposti al sole diretto e alle intemperie senza alcuna protezione, come faccio ormai da parecchi anni. Risultato? Le piante sono là, davanti alla serra, a prendere secchiate d’acqua da tre giorni con temperature che difficilmente superano i 7-8 gradi. 

Non ho le competenze scientifiche per approfondire il tema come si dovrebbe ma credo che si possa dire che tutto questo, tutte queste anomalie che si susseguono ormai da anni, non siano altro che la conseguenza del cambiamento climatico in atto. Un fenomeno che, nell’arco di qualche anno, potrebbe imporre a tutti gli appassionati di piante grasse qualche modifica dal punto di vista della coltivazione. Ecco qualche riflessione in merito nell’articolo che segue. (…)

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Cactus e succulente in pieno sole: come abituare le piante e quali resistono meglio

Con la bella stagione le piante grasse, si tratti di succulente o di cactus, vogliono molta luce, in alcuni casi anche sole diretto. Attenzione però, l’esposizione, dopo mesi durante i quali l’incidenza dei raggi solari è stata bassa o dopo aver tenuto le piante in ambienti poco luminosi per il ricovero invernale, deve essere graduale. Come fare dunque per riabituare le piante grasse alla luce intensa o al sole diretto? E soprattutto, quali piante richiedono molta luce, quali richiedono luce schermata e quali possono stare al sole diretto, senza alcuna ombreggiatura? Il rischio, esponendo le piante in modo non graduale o esponendo al sole le piante “sbagliate” (ossia quelle che necessitano di luce filtrata) è quello di scottare l’epidermide del fusto, rovinare le piante stesse e, nel peggiore dei casi (come per le piante giovani) farle addirittura morire.

In questo articolo vediamo allora come comportarsi con cactacee e succulente, come riabituarle al sole e quali collocare in piena luce. (…)

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Ecco la primavera, cosa fare con cactus e piante grasse? Tutte fuori o meglio aspettare?

La primavera, la cosiddetta bella stagione, è ormai cominciata: cosa fare con cactus e piante grasse? Portare all’esterno le piante tenute al coperto durante l’inverno? Togliere le coperture o gli strati di tessuto non tessuto? Riprendere ad annaffiare? Fertilizzare le piante? 

La primavera è la stagione della ripresa per tutte le piante e le succulente non fanno eccezione. Moltissime specie sono già in piena fioritura, come gli Stenocactus, gli Strombocactus, molti Turbinicarpus e diverse Mammillaria. Attenzione, però, tra la fioritura e la ripresa vegetativa c’è differenza: una pianta può fiorire anche se non ha ripreso in pieno a vegetare. Semplicemente, il suo periodo di fioritura è questo e la pianta lo rispetta anche se sta ancora uscendo dallo stato di “dormienza” invernale. Per quanto riguarda le temperature, ovviamente c’è grande differenza in base alla zona in cui si coltiva, quindi in alcune regioni del Sud le minime notturne possono già essere superiori a 10 gradi, mentre al Nord abbiamo ancora valori relativamente bassi, attorno a 2 o 3 gradi. Questo fattore è fondamentale per capire se possiamo spostare le nostre piante all’esterno o meno. Altrettanto importante è il momento della ripresa della annaffiature. In questi giorni si può cominciare a bagnare cactus e succulente o è meglio attendere ancora un po’? Infine: con l’inizio della bella stagione è necessario effettuare alcuni trattamenti con prodotti fitosanitari o si può evitare questa pratica?

Vediamo tutto in dettaglio nell’articolo che segue, così da muoverci correttamente ed evitare problemi o marciumi ai danni delle piante. (…)

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I cactus, la primavera che non arriva e la pioggia che non dà tregua: dobbiamo preoccuparci?

Una primavera che stenta ad affermarsi, temperature che oscillano in continuazione con giornate soleggiate e molto calde e giornate uggiose col termometro in picchiata. Soprattutto, pioggia fitta quasi tutti i giorni da almeno una settimana, quantomeno qui al Nord. Molti, tra noi, hanno già trasferito le loro cactacee e succulente all’esterno, o hanno tolto le protezioni invernali (tessuto non tessuto o teli trasparenti). In tanti si preoccupano, alcuni corrono ai ripari riportando le piante al coperto, altri sono indecisi sul da farsi… E’ davvero il caso di preoccuparsi per la combinazione tra basse temperature e pioggia insistente?

Ecco in questo articolo qualche riflessione e la risposta alla domanda che in tanti mi state ponendo in questi giorni, come sempre sulla base di quello che ho imparato in anni di coltivazione (…).

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In marzo un’esplosione di colori: una gallery fotografica con le più belle fioriture di cactus

I cactus possono fiorire in qualsiasi periodo dell’anno: dalla primavera all’estate, dall’autunno (ad esempio gli Ariocarpus) fino all’inverno (sebbene poche specie lo facciano in questi mesi). Tuttavia, è sicuramente la primavera il periodo migliore – come per quasi tutte le piante in generale- per godere delle splendide fioriture delle cactacee. L’ideale è la primavera inoltrata, nel periodo compreso tra maggio e giugno, ma anche marzo e aprile riservano esplosioni di colore eccezionali.

In questo breve articolo, ecco allora una gallery fotografica con le fioriture di marzo e con l’indicazioni delle specie e dei generi più “precoci” in questo senso (…).

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