Sembra assurdo ma è la realtà: in Arizona il caldo estremo sta abbattendo i “Saguaro”, i “Re del deserto”

Saguaro Arizona

Non fosse che a darne notizia sono testate giornalistiche nazionali e agenzie internazionali, ci sarebbe da pensare all’ennesima “bufala” online. Invece è purtroppo tutto vero: l’anomala ondata di caldo che si sta abbattendo in queste settimane in Arizona – non dissimilmente dalla bolla di calore che ha attanagliato l’Italia fino a qualche giorno fa – sta mettendo a dura prova i giganti del deserto, ossia i “Saguaro”. Difficile da credere, ma anche il cactus simbolo, il cactus per eccellenza, non è in grado di far fronte al caldo eccessivo che sta opprimendo l’Arizona, stato americano che ha peraltro nel Saguaro (Carnegiea gigantea) il suo simbolo. In altre parole, piante che per migliaia di anni si sono evolute al punto da far fronte alla siccità stanno letteralmente cadendo in pezzi, devastate dalle temperature.

Ecco, in questo articolo, quanto sta avvenendo così come riportato da fonti autorevoli come TGCOM24 e AP (Associated Press). (…)

L’ondata di caldo eccessivo in Arizona sta facendo morire persino i saguaro, i cactus giganti tipici del deserto di Sonora, non lontano da Phoenix“, riporta TGCOM24. “Il Desert Botanical Garden – prosegue l’articolo pubblicato ieri online – ha registrato una moria di queste piante a causa del periodo prolungato di temperature elevate”. Si tratta di un fenomeno forse non del tutto inedito, ma senza dubbio preoccupante, anche in considerazione del fatto che la Carnegiea gigantea è un colosso che in natura può arrivare a una dozzina di metri di altezza con una circonferenza del fusto di quasi tre metri. Il cosiddetto Saguaro è l’unica specie appartenente al genere Carnegiea ed è originario del Deserto di Sonora, in Arizona e nell’area a Sud della California, ma il suo areale si estende a Ovest del fiume Colorado, fino allo stato messicano di Sonora. Si tratta di un cactus a portamento colonnare, che col tempo (non prima di 70 anni) emette i caratteristici rami laterali, assumendo il caratteristico portamento a candelabro, e che può vivere fino a 170 anni (sebbene vi siano fonti che datano alcuni esemplari a 200 anni).

Il Saguaro: scheda di coltivazione in formato pdf.

Ebbene, l’area colpita dal caldo estremo è quella nei dintorni di Phoenix (Arizona). Scrive in proposito l’Associated Press: “Dopo aver registrato la temperatura media mensile più calda mai registrata in qualsiasi città degli Stati Uniti a luglio, Phoenix è tornata a temperature pericolosamente alte mercoledì. Ciò potrebbe significare problemi non solo per le persone ma anche per alcune piante. I residenti in tutta la tentacolare metropoli stanno scoprendo che il caldo estremo prolungato ha portato danni e hanno condiviso foto e video dei loro cactus danneggiati nel Desert Botanical Garden. Vivaisti e paesaggisti sono sommersi da richieste di aiuto per saguari o alberi da frutto che stanno perdendo le foglie”.

Targa Arizona Saguaro
Una targa dell’Arizona con il simbolo del Saguaro (cliccare per ingrandire)

Il principale problema, secondo quanto riporta TGCOM24, è che in queste settimane non vi è alcun abbassamento delle temperature notturne e questo impedisce alle piante (non solo ai cactus) di riprendersi dal caldo estremo che persiste durante la giornata. In altre parole, annota TGCOM24, “le piante non riescono a raffreddarsi, vanno quindi in disidratazione e sono più soggette alle infezioni e agli attacchi degli insetti”. A questo proposito, sempre secondo quanto riporta TGCOM24, la scienziata Tania Hernandez ha dichiarato: “Questi cactus si adattano al caldo ma a un certo punto hanno bisogno di raffreddarsi e serve anche la pioggia”.

Questa, inutile dirlo, è un’informazione che qualsiasi coltivatore di cactus e piante succulente dovrebbe già conoscere bene, ma è certamente utile ribadire il concetto e tenerlo a mente.

Da quello che si apprende dall’Associated Press, “Al Desert Botanical Garden, tre degli oltre 1.000 cactus saguaro della preziosa istituzione sono caduti o hanno perso un braccio nell’ultima settimana, un tasso che secondo i funzionari è molto insolito. Questi saguaro, un imponente marchio di fabbrica del paesaggio del deserto di Sonora, erano già stressati dal caldo da record tre anni fa e il caldo storico di questa estate – la temperatura media a Phoenix il mese scorso era di 102,7 gradi Fahrenheit (39,3 gradi Celsius)” si è rivelata il classico colpo di grazia. La responsabile scientifica del Giardino Botanico, Kimberlie McCue, ha dichiarato ad AP: “Dal 2020, abbiamo avuto un’elevata mortalità nella nostra popolazione di saguari rispetto ai tassi di mortalità prima del 2020. Quindi parte del nostro pensiero è che ci sono ancora saguaro oggi che sono stati compromessi da quello che hanno passato nel 2020. E che questo potrebbe mandarli oltre il limite“.

Generalmente si crede che i cactus siano strutturati proprio per sopportare il caldo, e questo è certamente vero, ma, ha spiegato ancora McCue, “anche loro possono avere i loro limiti. Non è stata solo la serie di massimi di 31 giorni di questa estate pari o superiore a 110 gradi Fahrenheit (43,3 gradi Celsius), ma anche le notti multiple in cui il minimo non è mai sceso sotto i 90 gradi (32,2 gradi Celsius). La notte è quando i cactus aprono i loro pori per eliminare l’acqua trattenuta e assorbire l’anidride carbonica“.

In questi anni, proprio per far fronte alla situazione e al cambiamento climatico, il Desert Botanical Garden ha lavorato per “propagare cactus che sembrano più in grado di sopportare condizioni torride dopo che i membri dello staff hanno notato che il caldo del 2020 è stato più difficile per alcune piante rispetto ad altre. Alcune sembravano avere una composizione genetica che permetteva loro di prosperare“. Conclude dunque McClue nell’articolo pubblicato dall’Associated Press: “Vogliamo provare a catturarla (la composizione genetica; ndr) e coltivare più saguaro dai semi da aggiungere alla nostra popolazione nell’orto con l’idea che nel tempo ciò porterà più resilienza nella nostra popolazione”.

La foto pubblicata in alto è tratta dal sito ufficiale dell’Associated Press.

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Seba24

Notizie orribili…
Se anche i colossi cedono sotto questi roventi cambiamenti climatici è difficile immaginare un futuro prospero!

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