La torba è davvero un killer di cactus? Miti e conferme sui materiali di coltivazione

Due esemplari di Ferocactus in Baja California

Il terriccio, detto anche substrato, è l’insieme di vari materiali che serve per mettere a dimora una pianta in vaso. Per i cactus e per le piante grasse esistono moltissimi terricci, anche perché queste piante sono molto adattabili. In commercio sono reperibili terricci pronti all’uso ma ogni coltivatore con un minimo di esperienza sa che la cosa migliore è realizzare direttamente il substrato adatto per ogni tipologia di pianta succulenta partendo dai singoli materiali.

Dunque, ci metto il lapillo o solo la pomice? La torba è davvero un demonio ammazza-cactus, così come si sente dire in giro? Ma allora com’è che i vivaisti coltivano in torba quasi al 100% e non passano le giornate a contare i morti in serra? E’ un campo (e il termine ci sta tutto) sterminato, quello dei materiali e degli elementi che possono finire in una composta per cactus e piante grasse. Un campo sterminato in primo luogo perché le variabili sono infinite e vanno dai regimi di coltivazione, ai fattori ambientali, alla latitudine, fino alla tipologia di pianta (ci sono differenze tra le esigenze, in termini di substrato, tra una caudiciforme e un cactus, per esempio). Poi perché gli stessi elementi, si pensi alla terra di campo, possono variare immensamente tra loro. Ad esempio in base alla zona di “prelievo”: chiaro che la terra della Pianura Padana non può avere le stesse caratteristiche chimiche di quella di una certa zona della Bolivia, per dirne una. Sicché, come ci si orienta tra i tanti elementi e materiali che possiamo reperire – alcuni facilmente, altri meno – per poi miscelarli e realizzare una buona composta? Una prima risposta, banale finché vogliamo ma sempre sensata, è l’esperienza. L’osservazione diretta. La sperimentazione, insomma. Un’altra risposta banale e forse proprio per questo spesso lasciata cadere nel vuoto è la conoscenza. Conoscenza delle proprietà dei singoli “ingredienti” che vanno a creare il substrato e conoscenza delle esigenze della singola pianta.

Ecco allora, nell’articolo che segue, una panoramica di alcuni elementi che nel corso degli anni ho usato nelle mie miscele: alcune studiate, frutto di confronto con amici coltivatori o di letture di libri scritti da attendibili cactofili, altre incoscientemente (o criminalmente?) assemblate con lo scopo di testare il livello di sopportazione di questa o quella pianta. Lascio a un post specifico l’approfondimento dei substrati. (…)

La terra di campo, ossia l’argilla: come si usa

Terra di campo con aggiunta di sabbia fine
Terra di campo con sabbia fine (cliccare per ingrandire)

Dal punto di vista logico dovrebbe essere la prima scelta. Voglio dire: dove vivono le piante, dove affondano le loro radici?
Già, ma c’è terra e terra. C’è quella “grassa” da giardino e quella magra che vedi in certi film, che quando ci soffia su il vento alza polvere e basta. Può essere più o meno calcarea, più o meno sabbiosa… Per il tipo di coltivazione che cerco di portare avanti, la terra di campo è comunque il punto di partenza. La base sulla quale costruire il substrato. Negli anni ne ho provate diverse, sempre provenienti dalla Pianura Padana, dove mi tocca di vivere. Tendenzialmente è terra argillosa fertile, ricca di elementi, abbastanza calcarea, quasi sempre priva di inerti. Giusto qualche sasso in cui ti imbatti di tanto in tanto. La terra che uso è poco calcarea (pH 5,5-6) e fortemente argillosa: se la bagni diventa fango, che una volta asciugato indurisce al punto che per frantumarla ti occorre il martello. Però asciuga velocemente, e questo è un fattore parecchio importante per chi coltiva cactus.

Importante: è sicuramente meglio prelevare la terra da campi non coltivati o comunque a “riposo” da tempo, così da evitare il più possibile la presenza di prodotti chimici o fertilizzanti nel substrato. Dal momento che la terra che riesco a procurarmi da queste parti è prevalentemente argillosa e molto fine, in genere la miscelo a sabbia fine (ottenuta dalla setacciatura della ghiaia di fiume, che lungo il Po te la tirano praticamente addosso), in un rapporto di 5 parti di terra e 1 di sabbia. Si può usare la comune terra dei campi e in questo senso avere amici agricoltori, che oltretutto non fanno uso di pesticidi chimici, aiuta parecchio, a meno che non si voglia andare per campi nottetempo a tiro di archibugio!

Attenzione, però: la terra di campo porta con sé quasi sempre batteri e parassiti che in alcuni casi possono essere deleteri per le piante. E’ buona cosa sperimentare campioni specifici di terra su alcune piante e vedere come reagiscono nell’arco di un paio di anni, prima di usare quella stessa terra per tutte le vostre piante!

Ghiaia di fiume: un ottimo elemento per il drenaggio

Ghiaia di fiume setacciata
Ghiaia di fiume (cliccare per ingrandire)

Anche in questo caso sono fortunato: a ridosso del fiume Po ci sono cave e cave di sabbia e ghiaia. Procurarsene qualche secchio gratis non è un problema. Se proprio si dovesse andare da qualche rivenditore di materiali per edilizia, la spesa è nell’ordine di pochi centesimi a secchio. Uso il “sabbione” che va da 0 a 6 millimetri: lo setaccio per dividere la parte fine da quella grossolana e ottengo così due inerti perfetti per i miei substrati. La sabbia fine la uso per allungare la terra di campo e renderla più “incoerente”, meno compatta, come ho scritto sopra; la parte grossolana finisce nella miscela in percentuali in genere non inferiori al 30%. Ha un ottimo effetto drenante e, dal momento che è più pesante, si contrappone bene alla pomice, materiale molto leggero.

Pomice: il vero jolly nella coltivazione delle piante grasse

Pomice
Pomice (cliccare per ingrandire)

Il jolly dei cactofili. Tanta o poca, va sempre bene. E’ un materiale poroso (poco “wild” se vogliamo), trattiene bene l’acqua e la rilascia lentamente, assicurando che il terreno non si asciughi troppo velocemente. La uso in granulometria da 3 a 6 millimetri, pH tra 7 e 8, quindi leggermente basica (compenso con torba bionda acida). Ho un amico vivaista che me ne procura sacchi da una decina di chili, ma si trova facilmente in rete da diversi fornitori e in molti vivai (qui trovate qualche suggerimento).

Quello che si dice della pomice, a quanto ho potuto sperimentare, è vero: è perfetta per far radicare anche le piante più ostinate e la si può usare anche in purezza. Ho conosciuto vivaisti dell’Est Europa che coltivano i loro cactus in sola pomice. L’apparato radicale si ramifica notevolmente, infittendosi proprio in virtù delle proprietà “spugnose” della pomice, che aiuta la produzione dei peli assorbenti sulle radici. Salvo per far radicare piante con le radici compromesse, però, non la uso mai pura: mi pare spinga fin troppo la crescita, sia in termini di velocità che di volume della pianta.

Torba: è davvero deleteria o si può usare anche con i cactus?

Torba bionda setacciata
Torba bionda setacciata (cliccare per ingrandire)

A certi coltivatori anche solo a nominare la parola torba viene l’orticaria. Personalmente, non sono tra questi e credo che un 10% di torba di buona qualità (anche 20% per Gymnocalycium e Parodia) nella composta sia utilissima. Garantisce un buon apporto organico e se usata in percentuali basse non contribuisce affatto alla ritenzione idrica del substrato. Uso torba bionda, un po’ più acida rispetto alle altre tipologie, la setaccio e tengo solo la parte fine, scartando grumi e filamenti. La torba è temuta perché, quando è in percentuali alte nella composta, impiega troppo tempo per asciugare. Paradossalmente, quando è completamente secca (ad esempio perché è in serra da mesi in contenitori aperti) fatica moltissimo a reidratarsi e occorrono diverse annaffiature prima che torni a impregnarsi d’acqua. Per queste ragioni è sconsigliato l’uso di terricci commerciali già pronti per cactacee e succulente: quasi sempre si tratta di semplice torba con un’aggiunta di poca sabbia o poca pomice. I terricci pronti per succulente possono essere al massimo usati come base di partenza, considerandoli di fatto torba.

Sulla torba (e sull’argilla espansa) trovate un articolo specifico a questo link.

Sabbia fine: in piccole quantità rende il substrato più sciolto

Sabbia fine
Sabbia fine (cliccare per ingrandire)

La ottengo dalla setacciatura della ghiaia e la uso con parsimonia per allungare la terra di campo. L’ideale è la sabbia silicea. Qualche volta, più per test che per altro, l’ho aggiunta alla composta in percentuali del 10-20%. Non ho avuto perdite significative ma nemmeno risultati eclatanti. Credo che la poca sabbia che aggiungo alla terra di campo sia sufficiente. Se presente nel substrato in grande quantità, la sabbia fine si aggrega trattenendo l’acqua con effetto “bagnasciuga” al mare. Da evitare.

Pelite: un materiale poco diffuso ma efficace

Pelite
Pelite (cliccare per ingrandire)

E’ una roccia che ha origine da sedimenti fangosi a base di argilla. Si presenta in scaglie di colore marrone che si rompono facilmente con le dita. Ho appreso dell’esistenza di questo materiale solo negli ultimi tre anni, grazie a un amico coltivatore. Me ne sono procurato un certo quantitativo e la sto usando in alcuni substrati per abbassare la percentuale di pomice. Non ho ancora sufficiente esperienza con questo materiale, ma per ora ho visto che i substrati in cui l’ho usato vanno alla perfezione: asciugano rapidamente e le scaglie di pelite rendono sciolta la miscela.

Attenzione: non va confusa con la “perlite”, una roccia vulcanica friabilissima e di colore bianco candido, spesso usata nel vivaismo. L’ho provata qualche volta ma non mi piace: è troppo leggera e te la ritrovi ovunque tranne che nel vaso.

Gesso naturale: un ammendante perfetto con moltissime piante

Gesso agricolo
Gesso agricolo (cliccare per ingrandire)

Negli ultimi anni ho usato il gesso cosiddetto “agricolo”, in aggiunta ad altri materiali, per alcuni generi che in natura affondano le radici in questa roccia: Aztekium, Turbinicapus lophophoroides, Turbinicarpus hoferi, Geohintonia, Strombocactus. L’ho usato, per test, anche per qualche Epithelantha, che in natura non credo viva nel gesso. L’ho testato al 20% miscelato a inerti e terra di campo e per ora ha dato buoni risultati. In agricoltura si usa spesso come ammendante per abbassare il pH di un suolo troppo alcalino.

Marna, la roccia “miracolosa” per alcune specie di cactus

Marna setacciata
Marna setacciata (cliccare per ingrandire)

La manna dei cactofili “wild”. L’uso di questo materiale è stato introdotto in Italia da Andrea Cattabriga, che così la descrive sul suo sito, Mondocactus: “La marna è una roccia terrigena disgregata, che si decompone formando una matrice terrosa, composta principalmente da argilla resa compatta dall’infiltrazione di minerali vari, soprattutto carbonato di calcio, dolomite o, più raramente, silice”. Inizialmente usata soprattutto per Ariocarpus e altre piante considerate rare o a crescita lenta, come Encephalocarpus strobiliformis, è poi finita nei substrati di tantissimi altri generi, come Mammillaria, Astrophytum, Turbinicarpus e persino Ferocactus. Qualcuno tende a ridimensionare le proprietà della marna, altri la vorrebbero anche per il ficus in ufficio (perché fa “fico”, appunto). Battutacce a parte, io la uso da diversi anni grazie allo stesso Cattabriga, che me la fece provare tempo addietro. E figurati se, dopo aver visto le sue piante, non mi lasciavo tentare da questa terra grigiastra, fantastica dal punto di vista della resa estetica e ottima per la coltivazione di cactus particolarmente lenti. La impiego in percentuali che vanno dal 50% al 70%. Qualche volta l’ho usata anche in purezza.

L’ho testata con moltissimi generi, Copiapoa e Ferocactus compresi, e devo dire che mi ha deluso solo con qualche singolo esemplare (forse particolarmente permaloso, chissà). Rallenta la crescita, specie se usata in dosaggi alti nel substrato, quindi meglio andarci piano con le piante giovani. Ho avuto diversi E. horizonthalonius bloccati per due anni. Colpa mia: erano piante di due, tre anni e le avevo messe in una composta con marna al 70%. Rinvasate in terra di campo, inerti e marna al 20% sono ripartiti subito e nel giro di un anno hanno raddoppiato il volume.

Attenzione: come per la terra di campo, esistono parecchie varietà di marna, ognuna con la sua composizione chimica e con le sue proprietà. Anche in questo caso tocca sperimentare direttamente per capire se la marna che abbiamo reperito va bene o meno per le nostre piante.

A questo link trovate un approfondimento sulla marna.

Lapillo: un buon materiale ma attenzione a non esagerare

Miscela standard (pomice lapillo torba)
Lapillo e pomice (cliccare per ingrandire)

L’elemento pesante della triade pomice/lapillo/torba. Ho usato questa composta, probabilmente ancora oggi la più diffusa tra chi coltiva cactus e succulente, per anni. Se supportata dalla giusta esposizione, da corrette fertilizzazioni e da un buon regime di annaffiatura, funziona. Semplicemente, spinge un po’ troppo le piante. Almeno per i miei gusti. Al di là di questo, con alcune succulente di mia semina uso ancora questo substrato, giusto per velocizzare un po’ la crescita nei primi anni. In tutte le altre composte, invece, il lapillo l’ho abolito. Tende ad assorbire l’acqua, come la pomice, e la trattiene troppo a lungo. Se usato in abbinata ad alte dosi di torba si ha un mix potenzialmente micidiale per le succulente. Un tempo usavo il lapillo anche per lo strato superficiale, attorno alla pianta. Asciugava molto lentamente e in qualche caso credo si sia reso responsabile di marciume al colletto. Senza dubbio, in più casi l’umidità del lapillo in superficie ha contribuito a far sì che diverse piante si macchiassero alla base.

Argilla espansa: utile per il drenaggio o pericolosa per i ristagni?

Argilla espansa
Argilla espansa (cliccare per ingrandire)

Molti la usano per creare uno strato drenante sul fondo. Io l’ho fatto durante i primi anni di coltivazione: ero terrorizzato da possibili marciumi e pensavo che le radici dovessero avere meno terra possibile a disposizione. Una convinzione priva di senso. Oggi non la uso quasi più ma questo non significa che io la consideri un “cattivo elemento” sotto il profilo della coltivazione. Ne metto un leggero strato sul fondo del vaso solo quando ho piante grosse con le radici a zero e voglio farle radicare in pomice. In quei casi devo usare vasi molto grandi per contenere le piante e preferisco abbassarne la profondità con un drenaggio grossolano.

Quarzite, un ottimo materiale anche come pacciamante

Quarzite
Quarzite (cliccare per ingrandire)

Inerte puro. Ottimo per il drenaggio, lo uso in abbinata alla ghiaia come elemento pesante della composta. L’unico problema è che costa perché dalle mie parti lo si trova solo come materiale per appassionati di acquari. Negli ultimi anni è però divenuto facilmente reperibile in qualsiasi negozio di articoli per animali domestici. E’ molto utile per la semina: si può infatti trovare anche in frazione molto piccola e, per quanto mi riguarda, lo uso spesso come drenante nella composta e come strato superficiale per aiutare i semenzali a “venire su dritti”.

Stabilizzato, materiale calcareo poco usato ma utile

Stabilizzato (roccia calcarea)
Stabilizzato (cliccare per ingrandire)

Roccia di natura calcarea in genere utilizzata per creare camminamenti, piazzole, aree di transito in giardini e parchi. Me ne sono procurato un secchio da un rivenditore di materiali edilizi. Ho voluto testarlo proprio perché è materiale calcareo. L’ho aggiunto alla composta che poi ho usato con alcuni Astrophytum di mia semina, con un paio di Weingartia e con alcuni Ferocactus di mia semina. Temevo effetti deleteri per via della natura del materiale in combinazione con l’acqua che uso, piuttosto calcarea, ma a tre anni dall’esperimento non ho notato anomalie. In rari casi l’ho usato come strato superficiale: con le annaffiature perde un po’ del suo bianco candido per virare al giallastro

Humus di lombrico: componente organico da usare in piccole dosi come per la torba

Humus di lombrico
Humus di lombrico (cliccare per ingrandire)

Lo sto testando da almeno quattro anni ma non ho ancora visto risultati davvero sconvolgenti. E’ un componente organico (deriva da letame bovino) e mi pare possa sostituire tranquillamente la torba. Lo uso sempre in dosi basse (10% o 20% nella composta finale). Ho fatto anche alcuni test con substrati altamente organici: un terzo humus, un terzo terra di campo, un terzo ghiaia. Diciamo che ho voluto interpretare a mio modo il Lodi, che nel suo libro suggeriva un terzo di terriccio di foglie (per la parte organica), un terzo terra di campo e un terzo sabbia o ghiaia. Sto provando la mia versione di questo substrato da due anni e per ora ne sono abbastanza soddisfatto.

Zeolite, Akadama e Seramis: altri materiali diffusi tra i cactofili

Seramis
Seramis (cliccare per ingrandire)

Infine, alcuni materiali che ho provato per curiosità anni fa ma che uso raramente. Zeolite e Akadama. Minerale il primo, materiale di origine argillosa il secondo, sono stati spinti da alcuni coltivatori (l’Akadama in particolare dai giapponesi), che li hanno descritti come miracolosi. Li ho usati in diversi dosaggi, sempre uniti ad altri materiali come terra di campo, lapillo, ghiaia. Questi materiali non sono affatto sbagliati per chi coltiva cactus e succulente ma sono molto costosi e i loro vantaggi rispetto alla comune pomice sono tutto sommato modesti. Discorso diverso per il Seramis, che è composto da argilla cotta ad alte temperature. Solitamente si trova di piccola granulometria e di colore arancione. L’ho usato in passato e lo uso ancora oggi, sebbene in pochi casi, perché nel complesso è un buon materiale: ha proprietà simili a quelle della pomice (trattiene l’umidità e la rilascia gradualmente) e funziona bene se usato in purezza per far radicare piante con poche radici. Il contro è rappresentato dal prezzo: il Seramis è molto più costoso della pomice. Se volete approfondire il tema, qui trovate un articolo dedicato al Seramis nella coltivazione con i cactus.

I substrati adatti per cactus e piante grasse

I vari materiali che ho elencato possono essere miscelati in un’infinità di modi per dare vita al vero e proprio substrato per cactus e succulente. A questo link trovate i vari substrati che ho realizzato e sperimentato nel corso degli anni.

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Il mio video su Youtube

In questo video sul canale Youtube de Il fiore tra le spine, potete vedere alcuni degli elementi descritti in questo articolo e alcuni dei substrati che con questi materiali è possibile realizzare. Se il video vi piace, iscrivetevi al canale!

Nella foto in alto, due esemplari di Ferocactus che ho fotografato in Baja California

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pietro

esposizione molto appropriata degli elementi.
Potrebbe consigliarmi la migliore miscela di inerti per astrophytum sia in semi che già in piante radicate?
E da chi è possibile acquistarla?
grazie

Enzo

Una domanda. Cosa pensi della pozzolana? O, per caso, per te è sinonimo di pomice? Io chiamo pomice quella che è più leggera dell’acqua, il che ha effetti disastrosi se, come inevitabilmente accade prima o poi, ti scappa un po’ troppa acqua: va a galla e si separa dal rimanente materiale. Invece la pozzolana è più pesante dell’acqua, costa pochissimo, e mi pare dia buoni risultati. Con un’accortezza: appena comprata è in genere bagnata, e bisogna lasciarla asciugare; poi contiene UN TERZO (misurato) del suo peso secco in polvere impalpabile, e quella va eliminata setacciando il materiale. Ovviamente lavorando all’aperto,… Leggi il resto »

Forni daniele

Ottimo sito molto curato.
Lei quando parla di marna al 50% in un substrato la rimamane percentuale da cosa è composta?
Grazie mille.

Mario pennacchini

E finalmente ho trovato un sito degno di essere consigliato; fatto da un appassionato per gli appassionati, e si vede!
Complimenti. E da disegnatore grafico le consiglio di girare il 51% dei complimenti a sua moglie per la fruibilità del sito…
Quanto prima le invierò una foto di un “marziano” che sto curando sul balcone e non riesco a valutare. Saluti dal Molise.

Davide

Buongiorno, che terriccio e’ meglio usare per Hylocereus? Io sto usando in vaso da 80 lt in fondo uno strato di pomice pari L 30%, perlite sopra al 10% e 60%terriccio organico usato per cannabis mischiato a sabbia di fiume in percentuale 50 e 50

Alex2020

Buongiorno, innanzitutto complimenti per il sito davvero ricco e ben curato. E’ un vero piacere esplorarne le pagine. Avrei una domanda sugli inerti: la ghiaia di fiume (ad esempio la ghiaia venduta marca Axton) appare leggermente calcarea (al semplice test con un acido). Può essere miscelata in minime quantità nella composta e, inoltre, può essere usata come copertura dei vasi per impedira l’esposizione del colletto all’acqua? Grazie molte

Alex2020

Grazie, ho acquistato quarzite 3-5mm (una informazione che può essere utile ad altri è che la quarzite in grani viene utilizzata come materiale filtranti in filtri idrici e può essere acquistata da diversi rivenditori specializzati in sacchi da 20/25kg). Ho testato la quarzite una soluzione concentrata di acido citrico e acqua e non ha sprigionato gas. E’ un test rudimentale, ma non dovrebbe confermare il fatto che non è calcarea.

Alex2020

Sí, l’idea era appunto testare che non fosse calcarea. Naturalmente se ho tratto le conclusioni sbagliate chiedo venia. Se posso approfittare della disponibilità per un’altra domanda: la pacciamatura con quarzite puó causare eccessiva ritenzione idrica nel terriccio? Grazie

darkglobe

Ciao, molto interessanti i tuoi articoli e video, quello sulla semina mi è stato utilissimo. Mi permetto però di dissentire sul giudizio un po’ perentorio che hai espresso in merito alla perlite. Io la trovo fenomenale, anche per il suo peso specifico che aiuta in alcuni casi ad alleggerire i vasi. Mi ha perfino aiutato a recuperare un paio di casi di marciume o a ridare vita a talee cadaveriche innestate in terriccio sbagliato. Ovviamente in superficie va evitata perché svolazza e la polvere è anche nociva. Buon proseguimento.

Ale26

Salve, a dicembre ho deciso di rinvasare tutte le mie piante(una ventina) acquistate in vivai e anche supermercati. Volevo approfittare del fatto che hanno bisogno di più spazio per mettere un terreno meno organico, simile a quello che usi tu. Volevo chiederti la terra da campo deve avere un pH leggermente acido giusto? Pensavo di mischiarla con un po di sabbia silicea e di cenere di legna, può andare? Poi pomice, ghiaia di fiume in grani (3-5mm) e poca torba bionda. Tu una volta fatte le percentuali in volume che hai scritto gli ingredienti li mischi completamente o c’è qualcosa… Leggi il resto »

Ale26

Ne approfitto per chiederti un altra cosa, scusami ma non vorrei sbagliare coi d’invasione.
Mi piace l idea della terra da campo ma ho paura sia contaminata(e anche tu dici di fare attenzione) . Ho trovato un rivenditore che vende terreno argilloso(nelle percentuali c’è scritto 60%argilla 30 %limo 10 sabbia).
Nel caso questo terreno argilloso potrebbe sostituire la terra da campo?

waves

Salve, mi sono iscritto da poco perchè trovo questo sito una fonte originalissima di stimoli per chi ama coltivare cactus. Io lo faccio da più di 20 anni, e ritengo di aver ancora tanto da imparare! 🙂 Vorrei fare una domanda a proposito della pomice. Io coltivo le mie piante in pomice mista a perlite, un substrato piuttosto povero ma che ha il vantaggio di asciugare molto in fretta (per quanto viva al sud, il mio balcone esposto a est dopo le 14 è praticamente in ombra). Da un paio d’anni però non riesco più a trovare la pomice bianca,… Leggi il resto »

waves

Buondì, purtroppo anche questo materiale è simile agli altri in commercio, ed è molto diverso anche da quello delle tue foto….Non ho aperto ancora il pacco ma già il colore rosso non depone granchè bene… 🙁

Giudica tu stesso, ti posto una foto….

Sembra che quella bella pomice bianca che usavo fino a due anni fa sia sparita dalla faccia della terra!! 🙂

Ti auguro una buona giornata, e ti ringrazio ancora per la tua meritoria opera di divulgazione.

Giuseppe

IMG_20211028_120406.jpg
Last edited 2 anni fa by waves
waves

Grazie mille! 👍👍

waves

Aggiungo che con la miscela povera che adopero sono costretto, nella stagione vegetativa, a intensificare leggermente la frequenza delle innaffiature, sempre molto abbondanti. Certo, con il vento forte invernale sono costretto a continui rabbocchi, ma preferisco non usare nulla per “pacciamare” la superficie e lasciarla libera di asciugare.

Le piante mi sembrano rispondere bene, quello che proprio non amano sono gli inerti involontariamente introdotti con la pseudo-pomice, che rallentano per giorni l’asciugatura.

PS da informatico, mi complimento per la grafica del sito, davvero molto elegante, e per la semplicità di navigazione!!! un cordiale saluto

Last edited 2 anni fa by waves
Fabrizio_1988

Insomma con l’ humus di lombrico non hai notato miglioramenti? Io l’ho comprato perché ho sentito dire che aggiungendolo alla composta per un anno non c’è bisogno di fare concimazioni….cosa ne pensi? Considerando che è molto costoso, se non dà vantaggi non lo compro più…..

Fabrizio_1988

Grazie 🌵

xDannyS_

Hello. For Lapilli, you say that it pushes the plants too hard and that you only use it for some succulents now if you want them to grow faster. Do you mean it pushes them too hard because it contains too many nutrients, or what exactly do you mean?

xDannyS_

Ah okay, thanks!

NIKO74

Buonasera Federico.

Per prima cosa ti faccio i complimenti per le nuove schede di coltivazione (prezzo onesto e accessibile), sono davvero utili e graficamente bellissime! Ti scrivo perchè vorrei qualche informazione in più sulla pelite. In particolare, conosci un venditore presso il quale è possibile acquistarla, oppure bisogna raccoglierla in un posto specifico?

Domenico.

NIKO74

Mi sa che devo programmare un viaggio in Toscana!😂

David

Fist tell you that the content of this page is fantastic, congratulations. The second is a question about the Seramis. Can it be used on occasion as a substitute for pomice?

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Davide Roviello

Buonasera, ho letto il post e lo trovo molto utile. Un pò di domande sulla pacciamatura, ho letto che il lapillo non lo metti più perchè trattiene troppo l’umidità e io ovviamente causa ignoranza l’ho messo su tutte le mie piante (circa una 50ina); vedo però dalle foto che utilizzi diversi materiali. Volevo quindi sapere: Cosa conviene usare e il materiale che funzione deve avere? Il materiale è funzione del genere della pianta o lo cambi solo per fini estetici (mi pareva di aver visto che in alcune delle piante che tieni fuori c’erano anche dei sassolini rossi come pacciamatura,… Leggi il resto »

xDannyS_

How fine do you sieve the peat? Are we talking <0.5mm fine or more like 2mm?

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