Come si coltivano i Melocactus, i cactus che con l’età mettono… il cappello (“cefalio”)!

Nella grande famiglia botanica delle Cactaceae i Melocactus rappresentano un piccolo “caso a parte”. Si tratta infatti di cactus dalla tradizionale forma globosa tendente al brevicilindrico con l’avanzare dell’età, ma hanno una peculiarità: con gli anni “mettono il cappello”. In altre parole, l’apice di queste piante smette di crescere e al suo posto prende forma una sorta di “copricapo” composto da una compatta lanugine mista a fitte e sottilissime spine, solitamente rosse ma talvolta bianche. E’ questo il cosiddetto cefalio ed è da qui che spunteranno i fiori e i frutti. In maniera molto bizzarra, col tempo è solo il cefalio a crescere in altezza, tanto che i fusti rimangono della stessa dimensione, mentre il cefalio si allunga verso il cielo, conferendo a queste piante un aspetto davvero singolare. Il “però” di questa storia sta nella facilità con la quale queste cactacee perdono le radici e, pur senza essere state colpite da marciumi o da parassiti, si avviano a morire. In altre parole, spesso un Melocactus in piena salute comincia lentamente a deperire e muore, magari impiegandoci anche due anni, solo perché l’apparato radicale è andato in tilt e la pianta non è stata in grado di produrne uno nuovo.

Chi coltiva cactus da qualche tempo lo sa bene: i Melocactus sono tanto affascinanti quanto “capricciosi” e tocca farsene una ragione. In questo articolo approfondiamo la conoscenza con questo genere, in particolare dal punto di vista delle esigenze, così da crescere esemplari robusti e limitare il più possibile le perdite. (…)

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Un buon terriccio per cactus con materiali facilmente reperibili in ogni vivaio? Ecco come fare

Il terriccio, detto anche substrato, è uno degli elementi più importanti nella coltivazione dei cactus e delle piante grasse in generale. Un buon terriccio, sciolto e drenante, è la base di partenza per una corretta coltivazione, mentre un terriccio sbagliato può compromettere la crescita di cactus e succulente fino a farle marcire.

Navigando in Internet si può constatare come sia ormai facile trovare rivenditori di materiali per la coltivazione di piante. Questo vale anche nello specifico di cactus e piante succulente: online, dai vivaisti specializzati alle imprese che trattano unicamente materiali come terricci, vasi, etichette, ecc., è davvero semplice procurarsi tutto l’occorrente per la coltivazione delle piante grasse, come pomice, lapillo, torba, ghiaia, quarzite, zeolite, ecc.  Ma se non vogliamo comprare online? Se abbiamo bisogno di grandi quantitativi di materiale e la spedizione può arrivare solo fino a un certo peso? Se preferiamo provvedere direttamente acquistando il terriccio (ognuno può avere i suoi motivi per questa o quella scelta)? Ci affidiamo ai terricci pronti solitamente proposti da qualsiasi vivaio o garden ben fornito? O forse è meglio che provvediamo noi stessi, assemblando i vari materiali come torba, pomice, sabbia, fino a realizzare un substrato calibrato a misura delle nostre esigenze?

In questo articolo e nel video finale vediamo come realizzare un corretto substrato da utilizzare con qualsiasi genere di cactus e, con opportuni correttivi, con le succulente in generale. Lo realizzeremo – ed è questo il senso di questo articolo – con materiali che ormai chiunque può reperire facilmente in qualsiasi città (…).

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Cactus senza radici: come intervenire per salvare la pianta e farla tornare in piena salute

I cactus sanno essere piante capricciose. Può capitare, infatti, che nonostante tutte le cure che dedichiamo a una nostra pianta grassa, questa blocchi la vegetazione, smetta di produrre spine e fiori e, nell’arco di alcune settimane (o mesi in alcuni casi), cominci a deperire sgonfiandosi e ingiallendo. Non sempre, all’origine di questo fenomeno, c’è una vera e propria patologia, come un attacco batterico che a sua volta innesca un marciume. Allo stesso modo, la causa potrebbe non necessariamente essere riconducibile ad un attacco parassitario. Osservando bene la pianta, ad esempio, potremmo non riscontrare affatto tracce di ragnetto rosso o cocciniglia, vale a dire i due principali parassiti delle succulente. Con l’esperienza ho imparato che quando una pianta, anche all’apparenza sana (ossia non colpita da parassiti o batteri) e coltivata nelle migliori condizioni (luce, aria, annaffiature, terriccio, ecc.) comincia a deperire sgonfiandosi e ingiallendo nonostante le annaffiature, è sempre buona norma svasarla e controllare lo stato di salute dell’apparato radicale. Più spesso di quello che possiamo pensare, il problema può nascondersi lì, al di sotto del colletto.

In questo articolo vediamo tutto quello che possiamo fare per salvare un cactus o una pianta grassa in evidente difficoltà oppure quando, dopo averla svasata, constatiamo che ha perso interamente o parzialmente le radici. (…)

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Il rinvaso di cactus e succulente: in quale periodo farlo, come procedere e quali accorgimenti usare

Come rinvasare i cactus e le piante grasse? Quando rinvasare le succulente? Come procedere e cosa fare subito dopo il rinvaso? Queste sono alcune delle domande più frequenti tra chi coltiva i cactus e le piante grasse. Il rinvaso, detto anche travaso, è infatti un elemento molto importante per la corretta crescita della pianta ed è importante saper dare una risposta a tutti questi quesiti.

C’è chi rinvasa, di principio, ogni anno e chi rinvasa all’occorrenza, quando una pianta mostra segni di sofferenza o quando il vaso è diventato troppo piccolo rispetto al fusto. Le ragioni alla base del rinvaso (o travaso, come si dice in alternativa) di un cactus o di una pianta grassa possono essere tantissime e ogni coltivatore ha le sue regole. Per quanto mi riguarda, non ho “scadenze fisse”: valuto pianta per pianta cercando di capire se sia necessaria nuova terra e più spazio. Rinvaso le mie succulente quando vedo che il vaso è ormai troppo piccolo, quando ritengo che la terra sia sfruttata o quando voglio far crescere più rapidamente determinati esemplari. Se è vero che molte piante vivono tranquillamente nello stesso contenitore per cinque o sei anni (in molti casi anche di più!), è altrettanto vero che rinvasi frequenti (diciamo una volta l’anno o ogni due anni) contribuiscono a velocizzare la crescita dei cactus, in particolare delle piante giovani e di generi che col tempo assumono dimensioni notevoli, come Echinocactus e Ferocactus. Rinvaso anche quando noto che un soggetto è bloccato da tempo e non cresce o non produce nuove spine. Questa può infatti essere la spia che qualcosa, a livello radicale, non va. Una pianta inchiodata o che nonostante le annaffiature non si rigonfia, o, ancora, una pianta che perde colorazione (manifestando ad esempio una carenza di magnesio che nemmeno la fertilizzazione è in grado di risolvere) può essere letteralmente salvata da un rinvaso accompagnato dalla pulizia delle radici e dall’apporto di nuova terra.

Vediamo allora in questo articolo in quale periodo è meglio rinvasare le piante grasse, quali vasi scegliere (quadrati, rotondi, di cotto o di plastica), come controllare le radici e come procedere in concreto. (…)

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Terra, terriccio, composta, mix: in altre parole, il substrato per cactus e succulente

Torba, pomice, lapillo, sabbia, quarzite, ghiaia, zeolite, akadama, terra di campo sono tutti materiali idonei alla realizzazione di un buon substrato per la coltivazione di cactus e piante grasse in generale. Esistono però infinite possibilità per arrivare alla realizzazione di un substrato ottimale per le piante grasse: è quello che vedremo in dettaglio in questo articolo, rispondendo così ad alcune delle domande più frequenti nella coltivazione di queste piante, ossia “quale è il terriccio giusto per i cactus?”, “come si realizza il substrato ideale per le piante grasse?”, “quale terriccio per i cactus”, “di quali substrati hanno bisogno i cactus?”.

Sarò tranchant, ma voglio sgombrare subito il campo da equivoci e falsi miti: la terra giusta per i cactus non esiste. Esistono tanti tipi di terricci (o composte, substrati, miscele, la sostanza non cambia) e ci sono generi che prediligono determinate sostanze e altri che ne richiedono altre ancora. Stabilito questo e depennata una delle prime Faq (Frequently Asked Questions) del cactofilo alle prime armi – «Quale è la terra migliore per i miei cactus? – si può dire che da una parte ci sono le caratteristiche che un buon terriccio per cactus deve necessariamente avere, ossia una buona capacità di drenaggio e una bassa percentuale di materiale organico (ad esempio torba o humus di lombrico); dall’altra le esigenze delle singole piante, che possono variare sensibilmente da genere a genere e da famiglia a famiglia (le esigenze in fatto di terriccio di un cactus, ad esempio, possono essere molto diverse rispetto a quelle di una Crassula o di un’Agave).

Vediamo in questo articolo quali sono i migliori substrati per la coltivazione di cactus e piante grasse sulla base della mia esperienza e a seguito di prove e sperimentazioni con varie miscele nel corso degli anni. Nell’articolo vengono descritti nel dettaglio i vari substrati con le percentuali e i dosaggi dei singoli materiali (come pomice, torba, lapillo, sabbia, perlite, ecc.) che dovranno essere assemblati per arrivare al terriccio finale. (…)

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