Sperimentare sempre e annotare tutto: ecco come si smontano le convinzioni errate sui cactus

Sperimentare, osservare i risultati e correggere laddove è necessario. Solo così, nella coltivazione dei cactus come in moltissimi altri campi, è possibile imparare cose nuove, crescere e migliorarsi.

David Rubbo incarna perfettamente la figura del coltivatore curioso e coraggioso. Sperimenta in continuazione, non si accontenta dei “si dice” e trae conclusioni solo da ciò che ha testato personalmente. E non ama le vie di mezzo: o una cosa funziona come deve o ricomincia daccapo. E d’altra parte, per imparare nuove cose o per approfondire la conoscenza di cactus e succulente, non c’è niente come sperimentare. Sperimentare nuovi terricci, sperimentare diversi regimi di irrigazione, esporre le piante a temperature minime inferiori a quelle che solitamente si considerano tollerabili, esporre le piante a diverse tipologie di irradiazione solare. Naturalmente, sperimentare comporta non pochi rischi e questa pratica non è alla portata di tutti: non tutti, comprensibilmente, se la sentono di far correre alle proprie piante rischi o sperimentare alla cieca. E’ anche per questo che coltivatori come David Rubbo seminano piante in grande quantità: in questo modo è possibile coltivarne una parte in modo “convenzionale” e sperimentare sulla restante parte, così da poter anche effettuare un riscontro dopo qualche anno e vedere quale metodo ha funzionato meglio.

Nell’intervista che segue, la cui lettura consiglio a tutti i cactofili, David Rubbo ci mostra una prospettiva del tutto inedita riguardo all’approccio alla coltivazione, a base di curiosità, coraggio e continua voglia di superare i limiti di ciò che si è appreso sino ad ora grazie alla continua voglia di sperimentare. (…)

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Il rinvaso mirato: piante da identica semina in terricci diversi per testare il substrato

Effettuare test ed esperimenti con varie tipologie di terriccio può essere un ottimo metodo per individuare quale sia il substrato migliore per ogni specie di cactus e pianta grassa. Naturalmente si tratta di un lavoro impegnativo, ma i test sono consigliati a chiunque voglia approfondire la propria conoscenza con le piante grasse e assicurare loro le migliori condizioni di crescita.

E’ tempo di… test. Tra la fine di dicembre e la fine di febbraio, appena ho tempo, mi dedico al rinvaso delle piante in serra. Ovviamente rinvaso solo piante in stasi, con terriccio ben asciutto, rimandando alla primavera il cambio di vaso per le piante che in inverno tengo in vegetazione, magari all’aperto (ma pur sempre in vaso e non in piena terra, ovviamente). Oggi ho svasato e messo a dimora una cinquantina di piante che ho ottenuto con semina a luce e calore naturale. Alcune sono nate nel 2014, altre nel 2016 (ma già sufficientemente grandi per essere rinvasate). E’ stata l’occasione per avviare un utile test su varie tipologie di terriccio per capire come questo incide sulla crescita di alcune determinate specie di cactacee.

Vediamo nell’articolo che segue in cosa consiste esattamente questo esperimento sul substrato e vediamo, grazie all’aggiornamento fotografico a due anni di distanza dal rinvaso, come sono cresciute le piante. (…)

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«Una pianta coltivata ‘Wild’ mi racconta storie su mondi lontani e mi trasmette emozioni vere»

Bolognese, cinquantadue anni e una passione sincera per le succulente, oltre che per tutto ciò che è Natura, nata in tenera età. In questa intervista, Andrea Cattabriga – che ho il privilegio di conoscere di persona – si apre mostrando una sensibilità e una profondità di pensiero davvero speciali (e non solo riguardo ai temi relativi a questa nostra nicchia…). Non per niente, Cattabriga è considerato uno dei massimi esperti in cactaceae e succulente in Italia.

L’intervista che segue è un punto fermo nell’esposizione del concetto di coltivazione wild, una lettura imprescindibile per chiunque voglia conoscere meglio cactacee e succulente e, soprattutto, voglia andare oltre alla normale coltivazione di queste piante, cercando invece di ottenere il massimo, sia in fatto di resa estetica che di robustezza e salute degli esemplari. (…)

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L’artista del landscaping: come ti creo un pezzetto di Messico in piena Toscana

Il toscano Antonello Mennucci non è un “semplice” appassionato di succulente e tantomeno un “semplice” coltivatore wild. E’ un vero e proprio artista del landscaping, ossia della ricostruzione estetica e materica dell’habitat naturale in cui crescono cactus e piante succulente.

Guardate le sue fotografie e leggete questa intervista, in cui parla dettagliatamente del suo metodo, e sicuramente ne converrete con me. (…)

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Terra, terriccio, composta, mix: in altre parole, il substrato per cactus e succulente

Torba, pomice, lapillo, sabbia, quarzite, ghiaia, zeolite, akadama, terra di campo sono tutti materiali idonei alla realizzazione di un buon substrato per la coltivazione di cactus e piante grasse in generale. Esistono però infinite possibilità per arrivare alla realizzazione di un substrato ottimale per le piante grasse: è quello che vedremo in dettaglio in questo articolo, rispondendo così ad alcune delle domande più frequenti nella coltivazione di queste piante, ossia “quale è il terriccio giusto per i cactus?”, “come si realizza il substrato ideale per le piante grasse?”, “quale terriccio per i cactus”, “di quali substrati hanno bisogno i cactus?”.

Sarò tranchant, ma voglio sgombrare subito il campo da equivoci e falsi miti: la terra giusta per i cactus non esiste. Esistono tanti tipi di terricci (o composte, substrati, miscele, la sostanza non cambia) e ci sono generi che prediligono determinate sostanze e altri che ne richiedono altre ancora. Stabilito questo e depennata una delle prime Faq (Frequently Asked Questions) del cactofilo alle prime armi – «Quale è la terra migliore per i miei cactus? – si può dire che da una parte ci sono le caratteristiche che un buon terriccio per cactus deve necessariamente avere, ossia una buona capacità di drenaggio e una bassa percentuale di materiale organico (ad esempio torba o humus di lombrico); dall’altra le esigenze delle singole piante, che possono variare sensibilmente da genere a genere e da famiglia a famiglia (le esigenze in fatto di terriccio di un cactus, ad esempio, possono essere molto diverse rispetto a quelle di una Crassula o di un’Agave).

Vediamo in questo articolo quali sono i migliori substrati per la coltivazione di cactus e piante grasse sulla base della mia esperienza e a seguito di prove e sperimentazioni con varie miscele nel corso degli anni. Nell’articolo vengono descritti nel dettaglio i vari substrati con le percentuali e i dosaggi dei singoli materiali (come pomice, torba, lapillo, sabbia, perlite, ecc.) che dovranno essere assemblati per arrivare al terriccio finale. (…)

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