Impollinare i cactus e ottenere semi dalle nostre piante: ecco come fare

L’impollinazione delle piante, in questo caso dei cactus, è una delle tante cose più facili a farsi che a dirsi. Sì, perché se anche può sembrare una pratica per veri appassionati e consumati esperti, in realtà l’impollinazione è alla portata di chiunque e non richiede particolare competenze. L‘unica vera difficoltà, al massimo, consiste nel conoscere quali specie possono essere incrociate tra di loro, ma se restiamo su piante dello stesso genere si tratta semplicemente di avere un po’ di manualità e di pazienza. Di certo, attraverso l’impollinazione, la produzione dei frutti, la raccolta dei semi e la semina riusciremo a vedere il ciclo completo di sviluppo di una pianta, una soddisfazione davvero ineguagliabile per qualsiasi appassionato di piante, si tratti di succulente o meno.

In questo video vediamo allora come impollinare i cactus per ottenere frutti dai quali ricavare i semi e riprodurre così le nostre piante. (…)

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La semina spontanea: ovvero quando i cactus fanno tutto da soli, proprio come in Natura

Perché dannarsi l’anima con terriccio sterilizzato, vasetti perfettamente puliti, fungicida, sacchetti trasparenti e quant’altro, quando si può lasciar fare alle nostre piante tutto ciò che riguarda la semina? Esattamente come avviene in Natura, insomma. Battute a parte, chi ha molte piante sa bene che ritrovarsi con semenzali perfettamente formati all’interno dei vasi, accanto alle piante madri, è tutt’altro che raro. In genere ce ne si accorge durante i rinvasi, quando possiamo osservare con particolare attenzione le nostre succulente, perché le plantule nate spontaneamente sono di piccole dimensioni e tendono a “mimetizzarsi” con sassi e inerti presenti nel substrato, oppure si trovano talmente accostate al fusto della pianta madre da risultare invisibili a un’occhiata poco attenta. Nel corso degli anni, nei vasi delle mie piante, ho trovato spesso semenzali germinati e cresciuti autonomamente, in particolare di generi come Astrophytum, Epithelantha, Thelocactus, Mammillaria. Un paio di anni fa ho addirittura trovato una piccola pianta di Euphorbia obesa già ben formata, cresciuta tra i ciottoli all’esterno della serra, all’ombra di un grande vaso che contiene un’Agave. Oggi l’Euphorbia è in un vaso da 5 centimetri, all’interno della serra, e prosegue la sua crescita regolarmente. L’ho dovuta togliere a malincuore dall’esterno e sistemarla in vaso per impedire che il freddo e umido inverno padano le fosse fatale, altrimenti l’avrei lasciata crescere volentieri là dove era nata.

In questi giorni, durante il rinvaso di alcuni Astrophytum capricorne di mia semina, ho trovato moltissimi semenzali e diverse plantule nate e cresciute autonomamente nei vasi delle piante madri (ne potete già vedere alcune nella foto di copertina, qui sopra). Di qui l’idea di documentare e analizzare la “semina spontanea” nell’articolo e nelle foto che seguono. (…) 

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I cactus sono così lenti a crescere e a fiorire? Qualche riflessione e una gallery di immagini

E’ vero che i cactus hanno ritmi di crescita molto lenti? Tutte le specie di cactus crescono lentamente o solo alcune lo fanno? Nell’immaginario collettivo i cactus sono piante a crescita lenta e questo è vero solo in parte, anche perché tutto è relativo. Al netto di questo, è un dato di fatto che nella vasta famiglia delle cactacee vi siano specie molto lente e specie che riescono a raggiungere dimensioni importanti in pochi anni, crescendo dunque con una velocità superiore a quel che si crede generalmente. Molto, ovviamente, dipende anche dal regime di coltivazione che si adotta.

Gli esemplari delle principali specie di cactacee, una volta raggiunti i tre/quattro anni dalla semina, possono essere considerati e trattati al pari delle piante “adulte”. Il mito della lentezza eccessiva nella crescita dei cactus è infatti vero fino a un certo punto. Ci sono sì specie in grado di mettere a dura prova anche i coltivatori più pazienti, ma ce ne sono molte altre che riescono a dare grandi soddisfazioni anche nel giro di pochi anni dalla semina. Tra le piante più lente ci sono senz’altro quelle appartenenti ai generi Aztekium, Copiapoa (quasi tutte le specie), Geohintonia, Blossfeldia, alcune Mammillaria e il noto “Saguaro” (Carnegiea Gigantea). In molti casi si tratta di piante che anche da adulte mantengono dimensioni contenute, in altri casi di piante che da adulte possono raggiungere dimensioni notevoli (la Carnegiea ad esempio): sono tuttavia accomunate da una crescita davvero al rallentatore e in grado di sfiancare anche i più esperti. Molti altri generi, al contrario, hanno ritmi di crescita tutto sommato “veloci” (tenendo sempre presente che rispetto a molte altre famiglie di piante, le cactacee non sono certo a crescita rapida), al punto che nel giro di pochi anni gli esemplari sono ben formati e del tutto simili alle piante adulte. Non solo: molti generi riuniscono specie i cui esemplari possono fiorire già a partire dal secondo anno dalla semina. 

Entriamo nel dettaglio con questo articolo e con una gallery fotografica, cercando di fare chiarezza tra i vari generi. (…)

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I frutti dei cactus: forme, colori e tempi di maturazione della nostra “riserva di semi”

I frutti delle cactacee maturano generalmente dalla tarda primavera all’estate. In alcuni casi, tuttavia, la fase di maturazione può protrarsi all’autunno inoltrato. Se i fiori sono appariscenti e molto colorati, non meno belli possono essere i frutti di alcune piante grasse: grossi, carnosi, di colori accesi che vanno dal giallo intenso al rosso fuoco. Per le piante autofertili non occorre impollinazione: il frutto spunta dall’apice della pianta in pochi giorni. Per la maggior parte delle succulente occorre invece che i fiori siano stati impollinati. In questi casi la produzione del frutto è generalmente più lenta e si innesca da quando il fiore appassisce. Da questo momento si crea il caratteristico ingrossamento alla base dello stelo, che col tempo porterà al frutto vero e proprio. Certe cactacee impiegano pochi giorni per produrre i loro frutti. E’ il caso, ad esempio, degli Astrophytum, che portano a maturazione il frutto nell’arco di un paio di settimane dalla fioritura (nel caso di impollinazione, naturalmente). Altre piante possono invece impiegare diversi mesi, se non un anno intero, per portare a termine la produzione dei frutti. E’ questo il caso di molti Ferocactus e delle Coryphantha, giusto per indicare un paio di generi.

Approfondiamo la nostra conoscenza dei frutti delle cactacee nell’articolo che segue. (…)

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Due tecniche per aiutare i semi a germinare: la scarificazione e la stratificazione

Non tutti i semi di cactus germinano facilmente dopo essere stati interrati. Quelli di alcune specie hanno bisogno di un aiuto esterno per far sì che il tegumento, ossia lo strato superficiale del seme, una volta messo nella terra si apra lasciando che vi penetri l’umidità e che l’embrione in esso contenuto possa svilupparsi dando vita alla nuova pianta. Si tratta, in questi casi, di semi dotati di un tegumento particolarmente duro, coriaceo, che rischia di inibire la germinazione e rendere vana la semina. Tra le specie e i generi i cui semi rientrano in questa categoria vanno ricordate Echinocactus horizonthalonius, Echinomastus, alcuni Pediocactus, poi Sclerocactus e Toumeya.

Nell’articolo che segue esaminiamo in dettaglio, anche con l’aiuto di fotografie, due tecniche fondamentali per aumentare la percentuale di germinabilità dei semi di alcune specie di cactacee. (…)

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