I cactus e l’innesto: quando si può innestare una pianta grassa e qual è la corretta procedura

Nei cactus così come in moltissime altre famiglie botaniche, l’innesto è una pratica comune, solitamente adottata per coltivare più facilmente piante delicate e per velocizzare i ritmi di crescita delle piante stesse. Consiste, in estrema sintesi, nell’unire una pianta delicata con una pianta robusta, che fornirà alla prima il nutrimento e ne incoraggerà la crescita.

Chi segue questo sito sa bene che la “filosofia” alla base della coltivazione di cactus e succulente da me adottata è improntata a ottenere piante il più possibile simili a quelle in habitat. Il mio approccio alla coltivazione è in sostanza semplice e spartano e si ispira al metodo di coltivazione detto “wild”, che ha per l’appunto come scopo quello di ottenere cactus dall’aspetto naturale, vissuto e, nel complesso, per quanto possibile simile a quello che le piante hanno in natura. E’ per questa ragione che non è mia abitudine praticare l’innesto dei cactus, che può certamente essere una tecnica utile in molti casi ma che non porta, dal punto di vista estetico a ottenere esemplari simili a quelli che crescono nel loro habitat. Questo non solo per il fatto stesso che una pianta cresce innestata su un’altra, ma anche per il fatto che le piante innestate tendono col tempo ad assumere connotati molto diversi da quelli delle piante coltivate in modo naturale. Le piante innestate possono infatti avere fusti molto più gonfi, talvolta deformi rispetto alla norma e anche le spine possono crescere in modo differente.

Considerato tuttavia l’alto numero di coltivatori che praticano l’innesto (utile peraltro a velocizzare la crescita dei cactus e a farli fiorire così da poterli impollinare per avere semi con cui riprodurli) o che non disdegnano la coltivazione di piante innestate e considerate molte domande che mi sono arrivate nel tempo via mail, ecco, per completezza, un articolo che tratta di questa pratica e spiega come innestare i cactus (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Mammillaria, un genere di cactus immancabile in ogni collezione di succulente che si rispetti

Mammillaria è un genere di cactacee molto diffuso e apprezzato dai coltivatori di piante grasse. Le piante appartenenti a questo genere sono di piccole o medie dimensioni e producono le caratteristiche e splendide fioriture a corona attorno all’apice. Le dimensioni di questi cactus sono piccole o medie e il numero di specie è talmente elevato da far sì che si possa allestire una splendida collezione anche solo concentrandosi unicamente su questo genere.

Questi cactus sono facilmente riconoscibili per le splendide fioriture a corona attorno alla parte apicale del fusto, che può presentarsi di piccole o medie dimensioni. Si tratta di cactacee adatte al coltivatore esperto così come a quello alle prime armi. Alcune specie, infatti, richiedono una discreta esperienza (tra queste, Mammillaria luethyi, M. pectinifera, M. solisoides, M. lasiacantha, M. senilis, M. herrerae); altre specie sono invece adatte a chiunque (tra queste, M. elongata, M. bombycina, M. prolifera, M. polythele, M. uncinata, M. bocasana, M. perbella, M. mystax). I fusti possono presentarsi globosi, spesso accestiti, molto armoniosi e in alcuni casi ricoperti da una fitta peluria o da spine bianchissime.

La coltivazione delle Mammillaria è dunque relativamente semplice nel complesso e il grande numero di specie consente di allestire intere collezioni anche solo coltivando questo genere. In questo articolo approfondiamo la conoscenza di queste piante e vediamo di cosa hanno bisogno per crescere al meglio e fiorire abbondantemente e regolarmente. (…)

Leggi tutto “Mammillaria, un genere di cactus immancabile in ogni collezione di succulente che si rispetti”

Piante grasse, una piccola guida per chi si avvicina a questo mondo: i generi più semplici da coltivare

Coltivare cactus e piante grasse è un’esperienza affascinante. Si tratta di piante assolutamente particolari e in grado di resistere alla siccità e a condizioni particolarmente difficili, alle quali non tutte le piante riescono ad adattarsi. Per chi si avvicina a questo mondo, però, può essere difficile scegliere la giusta pianta, dal momento che esistono cactus e succulente molto semplici da coltivare e altre più impegnative. Ecco allora una guida ai generi dai quali partire per accumulare esperienza.

Il mondo delle piante succulente è estremamente vasto. Ne consegue che le esigenze di coltivazione delle singole piante grasse possano variare notevolmente da famiglia a famiglia e da genere a genere. Con un esempio concreto, un cactus (pianta appartenente alla famiglia delle Cactaceae) ha esigenze di coltivazione estremamente diverse rispetto ad un Adenium obesum (pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Apocynaceae). Non diversamente, possono intercorrere grandi differenze di coltivazione all’interno di una stessa famiglia o tra diversi generi di una singola famiglia. Anche qui un esempio: un Ariocarpus (genere appartenente alle Cactaceae) richiede un regime di coltivazione, inteso come substrato, annaffiature, ecc. molto diverso rispetto ad un Echinopsis (genere appartenente sempre alle Cactaceae).

Senza troppo dilungarci nell’ampio campo della classificazione delle piante (qui, se volete, trovate un articolo dedicato a questo tema) e dando per assodato che con il termine “piante grasse” si fa riferimento tanto ai cactus quanto a moltissime altre famiglie botaniche succulente i cui esemplari hanno portamento e aspetto diversi da un qualsiasi cactus (qui trovate un articolo specifico), affrontiamo un argomento molto “sentito” tra i coltivatori alle prime armi. Anche il coltivatore che vanta una buona conoscenza di una data famiglia, tuttavia, può trovare utile l’articolo che segue, nel quale vengono consigliate le piante succulente (appartenenti a varie famiglie botaniche) meno esigenti, più robuste e semplici da coltivare e pertanto più indicate per chi si approccia solo ora al mondo delle piante grasse. (…)

Leggi tutto “Piante grasse, una piccola guida per chi si avvicina a questo mondo: i generi più semplici da coltivare”

Piante grasse, succulente, cactus: che confusione… Impariamo a chiamare le nostre piante col giusto nome!

Cactus, piante grasse, piante succulente: molto spesso chi non ha ancora grande esperienza con questo mondo considera sinonimi questi termini, utilizzandoli senza distinzione per indicare un Ferocactus come un’Euphorbia o una Crassula. Le differenze tra un cactus e una succulenta, tuttavia, sono notevoli e per coltivare al meglio quelle che da sempre sono chiamate genericamente piante grasse è importante conoscere queste  fondamentali differenze.

La definizione “piante grasse” è tanto diffusa quanto efficace per indicare un gruppo botanico più o meno definito. Tuttavia, nel linguaggio comune, di questi tempi è sufficiente scorrere i social per rendersene conto, si parla di piante grasse in continuazione, senza operare alcuna distinzione tra una famiglia botanica e l’altra. Se infatti la definizione comune rende bene l’idea (piante grasse, ossia dai fusti panciuti o dalle foglie carnose), al tempo stesso non rende giustizia alle precise regole botaniche della classificazione e contribuisce indirettamente a creare più confusione che altro. Parliamo di piante grasse indicando un’Aloe, oppure l’Adenium obesum, un Ferocactus, un Lithops, una Euphorbia, una Crassula, una Mammillaria, una Stapelia o un’Agave. La definizione è efficace, su questo non si discute, e al tempo stesso aiuta a circoscrivere un preciso gruppo di piante, ma attenzione: occorre poi saper entrare un minimo nel dettaglio e riconoscere quantomeno le principali famiglie di queste “piante grasse” (più correttamente dette “piante succulente”) per poterle coltivare bene. Le esigenze di coltivazione (esposizione, annaffiature, substrato ecc.) che intercorrono tra un Ariocarpus (che è un cactus) e una Echeveria (che è una Crassulacea), ad esempio, sono molto diverse. Ecco perché è importante sapere che “piante grasse” è solo un termine generico e di uso comune, ed ecco perché è importante saper entrare poi – almeno quel che basta – nel dettaglio per distinguere subito un cactus da un’Euphorbia, una Crassula da un Lithops, una Stapelia da un’Agave, un Sempervivum da un Sedum, una Sansevieria da una Schlumbergera, giusto per citare esempi di piante che molto probabilmente, se vi piacciono le succulente, potreste avere a casa.

In questo articolo vediamo dunque cosa sono le cosiddette “piante grasse” e impariamo a entrare nel dettaglio delle più importanti famiglie botaniche solitamente ricomprese nella definizione comune (o “volgare”, inteso come “dal volgo”, dal popolo) che anche molti appassionati non più alle prime armi usano ancora indistintamente. In tutto questo ci aiuterà il testo ma anche la ricca gallery fotografica che mostra le distinzioni tra una famiglia e l’altra (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Dove tenere le piante grasse in inverno? Fuori, su un pianerottolo o in casa? Un pratico prontuario

Un pratico prontuario e un approfondimento su un tema molto “sentito” da chi coltiva piante succulente e/o cactacee. Ecco cosa troverete leggendo questo articolo, pensato proprio per aiutare chi, con i primi abbassamenti delle temperature, comincia a chiedersi dove collocare le proprie piante grasse quando arriverà il freddo vero e proprio. A meno che non si disponga di una serra, magari dotata di un bruciatore regolato da un termostato, la domanda è in effetti più che pertinente: durante l’inverno è meglio tenere le piante grasse all’esterno (riparate dalla pioggia), oppure in un ambiente fresco come un pianerottolo, una scala interna o addirittura un garage? Oppure è il caso di portare tutte le piante in casa? E’ bene chiarire subito che la risposta a queste domande non può essere tranchant o “assoluta”: ovviamente la corretta collocazione invernale dipende da molti fattori, a partire dalla zona in cui si coltiva (Nord o Sud Italia? Nord o Sud Europa? Mare o alta montagna?) per arrivare alla tipologia di pianta (cactacea, succulenta originaria dell’Africa o del Madagascar? Sempervivum, Crassula, Euphorbia?). Insomma, la casistica è molto ampia e come sempre non esistono regole assolute. Esistono, questo sì, molti punti fermi e molti accorgimenti che è opportuno rispettare per far sì che le nostre succulente trascorrano indenni l’inverno e anzi approfittino della stasi vegetativa per poter rifiorire l’anno seguente.

A queste domande risponde l’articolo che segue, nel quale troverete anche l’indicazione dei corretti accorgimenti da adottare per far svernare al meglio cactus e succulente, avere abbondanti fioriture e, soprattutto, un pratico prontuario con l’indicazione della migliore collocazione per cactacee e succulente organizzato in ordine alfabetico, così da facilitare l’individuazione della pianta, capire in quale range di temperature minime può stare e dove può essere collocata (ad esempio all’esterno, su un pianerottolo, oppure direttamente in casa). (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Info utili e contatti
Pagamenti sicuri