“Vi porto con me in Baja California a scoprire il rarissimo Ferocactus johnstonianus a spina rossa”

Il Ferocactus johnstonianus è uno dei cactus più rari e ricercati dagli appassionati di cactacee. In particolare dagli amanti del genere Ferocactus e dai coltivatori che apprezzano piante succulente dotate di spine robuste, intricate e abbondanti. Quello che quasi nessuno sa è che se normalmente il Ferocactus johnstonianus è caratterizzato da splendidi grovigli di spine di colore giallo intenso, ne esistono anche esemplari a spina rossa. Uno dei primi studiosi di cactacee (da quel che si sa, il primo) a scoprire e documentare anche fotograficamente l’esistenza di questa rara variante è stato Francesco Soldi.

Francesco è un amico, un coltivatore esperto e uno studioso eccezionale, dotato di un grande spirito di osservazione e di una conoscenza enorme sul mondo dei Ferocactus, genere che ha seminato e coltivato con grande successo fino ad alcuni anni fa. 

E’ lui stesso, nel bellissimo racconto che volentieri pubblico qui di seguito, a descrivere il viaggio che lo ha portato a scoprire questa rara variante del johnstonianus a spina rossa. Leggete l’articolo e osservate le splendide foto scattate da Francesco. Quella che segue è una documentazione unica, la prima in assoluto sul Ferocactus johnstonianus a spina rossa. 

Ovviamente, Il fiore tra le spine ringrazia di cuore Francesco per aver regalato al sito una testimonianza unica, oltre che bellissima, che aggiunge un fondamentale capitolo allo studio del genere Ferocactus. Grazie Francesco, quello che mi hai concesso è un privilegio enorme. (…)

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Attenzione alle fioriture invernali: da qui può innescarsi il marciume. Ecco le specie a rischio

Purtroppo è un fenomeno meno raro di quel che si può pensare. Proprio il fiore, la massima espressione della pianta, il suo strumento per riprodursi e salvaguardare la specie, può trasformarsi nel suo carnefice. Con le cactacee, piante che necessitano di un riposo stagionale corrispondente con i mesi invernali, il fiore talvolta può essere fatale. Accade ovviamente solo con quelle specie che fioriscono in pieno inverno, dunque una ristretta minoranza rispetto alla totalità delle cactacee. Ma spesso è proprio da lì, da quel fiore che sboccia in novembre, dicembre o in gennaio, che si innesca il marciume che, se trascurato o non visto, può condurre l’esemplare alla morte. E’ quello che è successo a due miei Ferocactus latispinus in questi giorni. O meglio, nelle scorse settimane, solo che il danno si è palesato recentemente. E ormai era tardi per intervenire e salvare le piante.

In questo articolo approfondiamo questo fenomeno e vediamo cosa si può fare per prevenirlo o, quantomeno, riuscire a intervenire prima che il marciume passi dal fiore alla pianta. (…)

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Johnstonianus, la specie più bella e ricercata di tutto il genere Ferocactus: un capolavoro della Natura

Grovigli viventi di spine incredibilmente intricate, “globi” avvolti da splendidi aculei di colore giallo intenso. Ecco come si potrebbero definire, forse sbrigativamente ma al tempo stesso realisticamente, i Ferocactus johnstonianus, una delle specie più apprezzate e ricercate tra gli appassionati del genere Ferocactus in tutto il mondo. Si tratta di piante relativamente poco diffuse e poco propagate, non facilmente reperibili in commercio e dalla crescita non veloce, e forse sono anche questi alcuni tra i fattori che contribuiscono ad alimentare il fascino dei johnstonianus. In questi giorni di rinvasi ho avuto modo soffermarmi su alcuni esemplari di questa specie che ho avuto alcuni anni fa dall’amico Francesco Soldi, coltivatore di grande esperienza soprattutto per quanto riguarda il genere Ferocactus, sebbene oggi si stia concentrando sul genere Echinocactus e in particolare sulla specie horizonthalonius. Ebbene, le piante che ho preso da lui alcuni anni fa sono cresciute inizialmente molto lentamente – colpa soprattutto mia, perché ho rinviato a lungo il rinvaso e ho usato un substrato eccessivamente povero – ma negli ultimi due anni, complice anche un substrato leggermente più ricco, hanno recuperato e oggi si presentano ben caratterizzate e proporzionate e stanno cominciando a mostrare tutto il loro potenziale.

In questo articolo ecco un approfondimento su questa splendida specie. (…)

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Echinocactus e Ferocactus, due generi di cactacee con spine per veri intenditori

Se siete amanti delle spine i generi Echinocactus e Ferocactus sono i più indicati per voi. Entrambi i generi raggruppano specie dal portamento inizialmente globoso e col tempo tendente al brevicilindrico. Le spine di queste piante sono sempre robuste, lunghe, spesso piatte e larghe e, nel caso dei Ferocactus, terminano con un uncino. Sono cactacee molto robuste e di facile coltivazione ma richiedono il massimo della luce. Esemplari di Ferocactus ed Echinocactus perfettamente coltivati rappresentano un vero e proprio gioiello della Natura!

Piante robuste e di facile coltivazione, le specie appartenenti ai generi Echinocactus e Ferocactus possono raggiungere dimensioni notevoli anche se tenute in vaso. Si tratta di cactacee molto diffuse e apprezzate, in particolare dagli amanti delle spine “importanti”. La loro coltivazione è semplice e la fioritura in alcune specie avviene dopo 6-7 anni dalla semina. In altre specie, ad esempio Echinocactus grusonii, il cosiddetto “cuscino della suocera”, per poter vedere i fiori occorrono almeno 30 anni, purtroppo!

Ecco, in questo articolo, alcune tra le specie più interessanti di questi due generi e qualche considerazione in merito. (…)

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Naturale o “da balcone”? Ecco come cambia un cactus a seconda del tipo di coltivazione

Coltivare i cactus è, nel complesso, semplice. C’è però un’enorme differenza tra coltivare e far sopravvivere una pianta grassa e coltivarla in modo che possa esprimere al massimo le sue potenzialità. A titolo di esempio, la differenza tra un cactus coltivato in casa e un cactus coltivato in modo spartano, con molta luce e un corretto regime di irrigazioni è enorme. 

Quando si dice che una foto rende meglio di tante parole. In questo caso le foto sono tre, ma il concetto non cambia e la differenza tra un cactus coltivato in modo “naturale” o “wild” e uno coltivato “da garden”, sulla base di nozioni e convinzioni basilari è piuttosto evidente. Le piante in questione sono dei Ferocactus latispinus ottenuti da una mia semina del 2012. Da quella stessa semina ho ottenuto almeno una quarantina di piante. Negli anni alcune le ho cedute, ma la maggior parte è ancora con me e crescono meravigliosamente. E’ importante precisare che si tratta di piante nate da semi contenuti in un unico frutto (regalo di un caro amico), seminati lo stesso giorno e coltivati nel corso degli anni in identiche condizioni, ossia nella mia serra, in terriccio standard (pomice, lapillo e torba in parti uguali), annaffiati e fertilizzati con identica frequenza. Questo per dire che le condizioni di partenza, comprese quelle genetiche e compresa la mano del coltivatore, sono identiche. Eppure, come si vede dalla foto in alto, dove le tre piante (tre a caso delle circa venticinque che ho tenuto per me) sono affiancate, presentano differenze notevoli, quantomeno per l’occhio attento e per il coltivatore con un minimo di esperienza.

Vediamo allora come e perché differenti regimi di coltivazione, intesa nel suo complesso e non limitata al solo terriccio, influiscono così tanto sul risultato finale e fanno veramente la differenza tra un cactus cresciuto e coltivato in un qualsiasi garden o vivaio generico e un cactus coltivato da un appassionato o da un esperto. (…)

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