Il Fiore tra le spine approda anche su Youtube con video dedicati alla cura dei cactus

Il taglio è ancora “amatoriale”, ma ci stiamo attrezzando. L’idea è quella di affiancare a questo sito un canale Youtube sul quale caricherò, un po’ alla volta, video e tutorial relativi, ovviamente, alla coltivazione di cactus e piante succulente.

Leggi tutto “Il Fiore tra le spine approda anche su Youtube con video dedicati alla cura dei cactus”

La marna come substrato per i cactus: è davvero il Sacro Graal dei cactofili?

La marna è una particolare roccia terrigena molto friabile, al punto che è possibile romperla con le mani ottenendo scaglie e polvere. Negli ultimi decenni molti coltivatori di cactus hanno sperimentato l’uso della marna come base per il substrato, ottenendo eccellenti risultati. Al netto di questo, la marna è purtroppo molto difficile da reperire: in commercio si trova sporadicamente ma occorre fare attenzione perché, come la terra di campo, non tutti i tipi di marna vanno bene. In natura il prelievo di materiale è vietato e occorre rivolgersi a imprese di movimento terra. Ma come influenza la crescita dei cactus la presenza di marna nel substrato? In quali quantitativi può essere usata la marna? Con quali generi di cactus la marna funziona e con quali è meglio non utilizzarla?

L’utilizzo della marna come componente del substrato per la coltivazione di cactus è diffuso ormai da anni, in particolare in Italia, soprattutto grazie agli studi e alle ricerche condotte dall’amico Andrea Cattabriga, coltivatore, ricercatore ed esperto di succulente a livello internazionale. Ma di cosa parliamo, quando parliamo di marna? Molto banalmente, di una roccia grigiastra e altamente friabile, al punto da sfaldarsi in scaglie fino a diventare polvere. Unita in determinati dosaggi ad altri materiali come quarzite, pomice, sabbia, ghiaia, lapillo, torba, terra di campo, la marna è usata per creare substrati per la coltivazione di molti cactus e di alcune piante succulente.

In questo articolo approfondiamo i benefici dell’utilizzo della marna nella coltivazione dei cactus, vediamo come realizzare un buon substrato a base di marna e cerchiamo di capire, soprattutto, con quali generi di cactacee può funzionare questo materiale e con quali va invece evitato. (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Rinvasare i cactus in inverno: ecco perché e quali sono i vantaggi di questa scelta

Il rinvaso dei cactus e delle succulente è fondamentale per accompagnare la crescita e lo sviluppo delle piante. Con il tempo, infatti, le radici della pianta colonizzano interamente il vaso e non hanno più la possibilità di estendersi, causando un rallentamento nella crescita della pianta. Inoltre, dopo alcuni anni il substrato, sfruttato dalla pianta, si impoverisce dal punto di vista dei nutrienti. Certamente è possibile integrare questi ultimi con concimazioni regolari, ma il rinvaso resta il metodo migliore per fornire alla pianta terriccio fresco e darle più spazio.

Premesso che è possibile rinvasare cactus e piante succulente in quasi tutti i mesi dell’anno, da più di quindici anni effettuo questa operazione durante l’inverno, tra dicembre e febbraio. All’occorrenza, ad esempio in caso di pianta in sofferenza o nuovo acquisto, rinvaso anche in primavera o in piena estate. Non rinvaso quasi mai in autunno, perché in questo periodo le piante cominciano a rallentare la crescita per avviarsi alla stasi invernale e preferisco evitare di “disturbare” questo processo naturale, dal momento che per una pianta un rinvaso è comunque sempre un piccolo trauma.

Esaminiamo i vantaggi del rinvaso di cactus e piante succulente durante l’inverno nell’articolo che segue, premesso che ogni coltivatore può avere il suo metodo e rinvasare le sue piante nel periodo che preferisce. Quello descritto è semplicemente quanto ho potuto osservare in questi anni di coltivazione rinvasando principalmente nei mesi invernali, un po’ per comodità un po’ per sfruttare il periodo di stasi delle piante, che subiscono così un minore “trauma” poiché, per quanto effettuato correttamente e con la massima cautela, il rinvaso rappresenta pur sempre un momento di stress per qualsiasi tipo di pianta. (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Cactus senza radici: come intervenire per salvare la pianta e farla tornare in piena salute

I cactus sanno essere piante capricciose. Può capitare, infatti, che nonostante tutte le cure che dedichiamo a una nostra pianta grassa, questa blocchi la vegetazione, smetta di produrre spine e fiori e, nell’arco di alcune settimane (o mesi in alcuni casi), cominci a deperire sgonfiandosi e ingiallendo. Non sempre, all’origine di questo fenomeno, c’è una vera e propria patologia, come un attacco batterico che a sua volta innesca un marciume. Allo stesso modo, la causa potrebbe non necessariamente essere riconducibile ad un attacco parassitario. Osservando bene la pianta, ad esempio, potremmo non riscontrare affatto tracce di ragnetto rosso o cocciniglia, vale a dire i due principali parassiti delle succulente. Con l’esperienza ho imparato che quando una pianta, anche all’apparenza sana (ossia non colpita da parassiti o batteri) e coltivata nelle migliori condizioni (luce, aria, annaffiature, terriccio, ecc.) comincia a deperire sgonfiandosi e ingiallendo nonostante le annaffiature, è sempre buona norma svasarla e controllare lo stato di salute dell’apparato radicale. Più spesso di quello che possiamo pensare, il problema può nascondersi lì, al di sotto del colletto.

In questo articolo vediamo tutto quello che possiamo fare per salvare un cactus o una pianta grassa in evidente difficoltà oppure quando, dopo averla svasata, constatiamo che ha perso interamente o parzialmente le radici. (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Cactus e rinvasi: il classico mix pomice, lapillo, torba (poca) per velocizzare la crescita

In genere comincio i rinvasi da metà dicembre in avanti, per terminare entro i primi mesi del nuovo anno. Quest’anno, considerato il numero di piante da mia semina che necessitano di un rinvaso (gli “esuberi” che ogni tanto cedo ad amici o conoscenti), ho cominciato con largo anticipo. Nonostante le temperature ancora alte per il periodo, infatti, le piante sono già in stasi e si può procedere a travasare senza problemi. Il periodo del rinvaso è uno degli argomenti più dibattuti, insieme alla composizione dei terricci di coltivazione: c’è chi travasa solo piante in vegetazione, chi solo in primavera, chi durante l’inverno e chi travasa in qualsiasi periodo dell’anno. Diciamo che non c’è una regola fissa: io stesso, nel corso degli anni, ho rinvasato praticamente in tutte le stagioni, a seconda delle esigenze, e non ho mai riscontrato problemi. L’importante è attenersi a quell’unico accorgimento davvero utile che è quello di evitare di annaffiare subito dopo il rinvaso. Occorre dare alle radici danneggiate o tagliate durante il rinvaso il tempo di cicatrizzare in terriccio asciutto, così da evitare il rischio che possano innescarsi marciumi. Il resto è questione di scelte. Personalmente preferisco travasare e cambiare terra alle piante durante la stagione invernale, o comunque quando i cactus e le succulente sono in stasi vegetativa, ad esempio appena prima della primavera, così che tra il rinvaso e la prima annaffiatura intercorrano diverse settimane. Da anni seguo questa “regola” e non ho mai avuto problemi. Certo, può capitare che qualche pianta faccia fatica a ripartire dopo un rinvaso, al punto da restare bloccata anche per un anno intero, ma questo può succedere rinvasando in qualsiasi periodo. Non dimentichiamo che per le piante il rinvaso è in ogni caso uno “stress” non da poco. Anche per questo prediligo l’inverno, quando le cactacee sono a riposo e gli effetti del rinvaso sono meno “traumatici”.

Approfondiamo il tema dei rinvasi e dei substrati per cactus, in particolare del terriccio “standard” a base di pomice, lapillo e torba in parti uguali, nell’articolo che segue. (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe
Info utili e contatti
Pagamenti sicuri